La storia di Bechir inizia come quella di tanti giovani africani… storie di speranza, di desideri, di riscatto! E così, come accade per tante altre storie, una volta giunto in Italia, intraprende una strada tutta sua: unica e avventurosa, ancor più se si pensa che il suo viaggio verso lo Stivale inizia quando ancora non aveva compiuto sedici anni e ha dovuto affrontare un burrascoso viaggio in mare durato ben nove giorni.
Ma la sua è una storia segnata anche da incontri ricchi di accoglienza e di amorevolezza, persone che hanno creduto in lui e nelle sue potenzialità… ma andiamo con ordine!
Dopo poche settimane dall’arrivo in Sicilia nel maggio del 2018, riesce a raggiungere Roma con l’obiettivo di regolarizzare i propri documenti e trovare un lavoro che permettesse di inviare soldi sufficienti per mantenere la propria famiglia in Tunisia. Dopo alcuni mesi trascorsi in un Centro di Prima Accoglienza, a novembre del 2018 giunge presso la Casa Famiglia del Borgo Ragazzi don Bosco: si presenta fin da subito come un ragazzo educato e timido, ma anche tanto taciturno e introverso. Osserva con occhi curiosi gli educatori che tentano di cucinare i tipici piatti domenicali e, poiché al suo arrivo la conoscenza della lingua italiana è ancora in divenire, l’unico modo per comunicare non è altro che gesticolare… con tenera nostalgia ricorda quando con il padre in Tunisia vedeva al cinema i film di Charlie Chaplin e quel buffo modo di recitare diventa per lui l’unico modo che ha per farsi comprendere al meglio e creare un legame con quelle che saranno da lì a poco le sue figure di riferimento.
Inizia così un intenso percorso: dapprima caratterizzato dal raggiungimento del diploma di terza media e successivamente orientato all’acquisizione di competenze lavorative nell’ambito della ristorazione, in particolare il ragazzo sogna di fare il pizzaiolo! È un sogno comune a tanti ragazzi suoi coetanei, ma la sua fame di curiosità permette che questo sogno prenda forma ben presto. Inizialmente svolge un tirocinio retribuito di sei mesi, durante il quale rafforza le nozioni imparate principalmente sui libri: è un lavoro che mette in pratica con vera passione ed è grazie a questa spinta che riesce ad intraprendere diverse esperienze nello stesso ambito, fino al marzo del 2020, mese in cui è costretto a dover mettere a bada il proprio entusiasmo e la voglia di rivalsa a causa della crisi che ha colpito tante attività commerciali.
Da allora sono stati mesi duri e pieni di paure, specialmente se si pensa che imminente era la maggiore età e la conseguente uscita dalla casa famiglia, con tutte le difficoltà che comporta il dover cercare un posto letto senza avere certezze economiche in entrata. L’aiuto della Casa Famiglia in un periodo di difficoltà condivisa non si è certamente fatto attendere, ma anche quello è stato limitato dalle possibilità del momento.
Soltanto grazie alla generosità di alcuni donatori, si realizza il desiderio del ragazzo di andare a vivere da solo per spiccare quel volo tanto sperato! Le donazioni hanno permesso il pagamento di sei mesi di affitto e sono stati una boccata d’ossigeno per il nostro giovane neomaggiorenne, il quale può finalmente concentrarsi alla ricerca di un lavoro e dedicarsi al travagliato iter burocratico che lo aspetta per rinnovare i documenti.
Attualmente Bechir è in attesa che questo lavoro arrivi presto, sta sperando che dopo tanto bussare si possa aprire un’altra porta tanto inaspettata quanto fondamentale ai fini del suo percorso. Il periodo del lockdown è stato tanto duro per lui, così come lo è stato per tanti ragazzi costretti a vivere da soli, alcuni di loro senza alcun punto di riferimento. La Provvidenza ha voluto che sulla sua strada, Bechir incontrasse ognuno di voi e grazie al vostro supporto ha potuto vivere con più leggerezza da luglio scorso le difficoltà del momento e con maggiore entusiasmo le piccole gioie quotidiane.