I ragazzi che oggi frequentano il cortile dell’oratorio sono tanti, ognuno col proprio carattere ed ognuno con le proprie “avventure” da raccontare. Arrivano giovani di ogni genere, dal più timido al più spavaldo, c’è chi ama stare per gli affari suoi, chi invece fa l’amicone con tutti, chi si guarda intorno perché nuovo e vuole capire dove si trova, capire di chi fidarsi, se fidarsi, chi viene per evadere da casa e per dimenticare, magari, tramite un pallone da basket e due cuffiette ciò che gli accade intorno, chi per chiedere qualcosa da mangiare perché digiuno da giorni, chi ama stare in cortile e viene con gli amici per passare del tempo in compagnia, tra un gioco e l’altro.
Molti sono come Andrea, molti sono Andrea, attaccabrighe, ragazzi di strada, a conoscenza di un solo registro di regole, quello della strada, quello della perdizione, quello dei beni materiali che beni poi alla fine non sono. Questo tipo di ragazzi vengono spesso considerati i “più difficili”, quelli che agganciare sembra quasi impossibile, una missione appunto. Sono ragazzi con condizioni familiari spesso al limite, c’è chi non torna a casa per giorni, chi non va a scuola, chi spesso viene condizionato dal nucleo familiare nelle azioni devianti come commettere piccoli reati che a lungo andare peseranno inevitabilmente.
Ma non sono ragazzi cattivi. Sono certa che conoscono il bene, ed è un bene che cercano, al quale ambiscono, la questione è che dimostrano questa loro esigenza con richieste di attenzioni spesso esasperanti, con risse, provocazioni, bestemmie, parolacce, pur di avere quel piccolo momento di attenzione, che probabilmente per loro è importante, perché altrimenti non lo riceverebbero.
Ciò che accomuna tutti i ragazzi del cortile, infatti, è proprio questo bisogno. Quello di essere ascoltati, di potersi fidare di qualcuno che non sia la strada, quello di poter tirare fuori i loro sogni e rivelarli a qualcuno, senza vergognarsene, perché ne hanno, ne sono pieni, ma non hanno i mezzi, o quantomeno non li hanno ancora scoperti. Ed in cortile cerchiamo proprio questo, cerchiamo i loro sogni, le loro storie, le loro volontà, li ascoltiamo, ci piace ascoltarli per poter capire come poterli aiutare, attivando anche gli altri servizi per unire le forze, sperando di dare loro un barlume di speranza che possa permettergli di abbandonare la strada per una vita migliore.