La storia di Elisa potrebbe sembrare probabilmente simile, almeno in parte, a molte altre storie di sedicenni, figli della periferia di una grande metropoli.
Una famiglia italiana come tante, fino a quando i genitori si separano.
Ed ecco che il vizio mette a nudo la fragilità umana …
Con il passare del tempo il padre di Elisa si avvicina sempre di più al gioco d’azzardo ed all’alcol, fino a diventarne dipendente, perde il lavoro e deve arrangiarsi quando e come può.
Elisa vive con la madre che, venuto a mancare il supporto educativo ed economico del marito, è costretta a svolgere due lavori per mantenere la famiglia, ma che proprio per questo, è poco presente.
Elisa è una ragazza intelligente, ma altrettanto arrabbiata con la vita e con quel padre con cui vorrebbe passare più tempo, e che protegge e difende dal giudizio della gente. È cresciuta in fretta, spavalda, arrogante ed aggressiva, sempre pronta ad attaccare per dimostrare di potercela fare da sola, incurante ed ostile verso ogni tipo di regola.
È con questo carattere spigoloso che Elisa è entrata a far parte della Polisportiva, e l’inserimento non è stato certo facile, anche se gli altri ragazzi/e l’hanno sempre considerata “una di loro”.
All’inizio sembrava che il suo sentirsi vittima la autorizzasse ad ottenere qualunque cosa come se gli fosse dovuta, con la convinzione di essere in fondo la migliore di tutti.
Ma poi, entrando a far parte effettiva di un gruppo di coetanei, con regole comuni da rispettare, dentro e fuori l’ambito sportivo, pian piano il suo atteggiamento è cambiato. Forse è stata dura per lei scoprire di non essere indispensabile per i suoi compagni, ma comunque utile, come tutti loro, nella composizione di quel puzzle che rappresenta una Squadra.
Ora Elisa è più serena, più complice con i suoi compagni sportivi e più rispettosa delle regole, forse consapevole del proprio ruolo di adolescente nella società in cui vive.
Ovviamente anche i suoi genitori si sono accorti della sua crescita caratteriale e ne sono felici.
Elisa è la dimostrazione che quando ci si impegna e si riesce ad entrare in sintonia con i ragazzi, anche se può volerci molto tempo, i risultati arrivano.
A piccoli passi, ma costanti, uno dietro l’altro, si può fare molta strada.