Da sabato 29 aprile a lunedì 1° maggio si è svolta, a Genova, la quinta edizione del Forum del Movimento Giovanile Salesiano dell’Italia Centrale (ICC) intitolato “#inretecolmondo”: appuntamento particolarmente caro ai giovani del Borgo Ragazzi don Bosco, non solo per la sua importanza, ma anche per aver scritto l’inno che ha accompagnato questo momento di confronto e fratellanza.
Al Forum hanno partecipato più di 1500 giovani provenienti dalle opere salesiane della Liguria, Toscana, Umbria, Abruzzo, Marche, Lazio, Sardegna per confrontarsi sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione sociale; non a caso, è stata scelta Genova per la sua apertura verso il mondo e per il suo essere luogo di arrivi e partenze (proprio dal porto di Genova sono partiti i primi missionari salesiani diretti verso il Sudamerica!).
Ad attenderli, il cardinal Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e il Ministro della Difesa, Sen. Roberta Pinotti che hanno invitato, con esperienze in prima persona e con esempi, a riflettere sui fenomeni delle migrazioni, della relativa accoglienza e solidarietà. Non sono mancati momenti di spiritualità, di visita ai luoghi significativi della città, e il confronto con alcuni protagonisti del mondo missionario salesiano.
Don Leonardo Mancini, Ispettore ICC, ha concluso il Forum con la consegna del Vangelo.
Al rientro da questa esperienza, queste sono state le riflessioni di alcuni dei nostri ragazzi:
Alessio: «Porto dentro di me entusiasmo e tanta felicità per questo evento. Non avevo mai partecipato. È la mia prima vera esperienza da animatore salesiano. Il concetto di integrazione è stato uno degli obiettivi principali di questo forum e direi che sono stati espressi nel migliore dei modi. Non me ne sono andato via con rimpianti ma ho acquisito conoscenze e qualità da esprimere con i ragazzi. “La spiritualità salesiana è una trappola: se ci entri veramente non ne esci più”. Questa frase è quella che porto più nel cuore, quella detta dal nostro operatore salesiano Carlos. Che sia un invito per tante altre meravigliose attività, il tutto, in rete col mondo!».
Giuseppe: «Partecipare al Forum mi ha permesso di ascoltare testimonianze di vita, vissuta da persone che hanno seguito la loro missione; è stato un momento molto forte che ha fatto capire davvero cosa vuol dire essere in rete col mondo. Per capire la propria missione è necessario essere pronti ad affidarsi ed aprirsi alle opportunità che Dio ci pone davanti. Questo Forum mi ha fatto sentire un forte senso di comunione, nello stare insieme, nel vivere la Santa Messa insieme o anche solo ad intonare dei cori. Mi ha spinto ad imparare nuove lingue ed a conoscere usi e costumi di popoli lontani per capire quale può essere la mia missione, che ha ancora non so qual è ma il Forum mi ha fatto pensare. Mi ha fatto conoscere molte persone con le quali confrontarmi. Mi ha fatto vivere l’esperienza di essere tutti fratelli, legati nel nome di don Bosco.
L’intervento del Ministro Pinotti ed alcune testimonianze, mi hanno fatto però capire quanto bisogna ancora mettersi in gioco e camminare. Fin dai subito vorrei dare una mano in oratorio con i bambini, ad esempio durante il centro estivo dell’Estate Ragazzi, perché questo mi rende felice e penso di essere abbastanza bravo in questo.
Servizio e missione non sono sinonimi ma sono legati tra loro anche se l’uno non esclude l’altra: la missione è qualcosa a lungo termine, che ha obiettivi più grandi e più profondi del servizio quotidiano. La mia missione, ma anche quella degli animatori, è onorare il patto educativo che ci siamo impegnati a seguire davanti a Dio da quando abbiamo fatto la promessa di voler essere animatori. La mia missione quotidiana è di essere disponibile per i ragazzi e di cercare di essere per loro un buon esempio; è quella di affrontare sempre tutto con gioia e non usare il telefono in oratorio; è quella di aiutare di più ed in modo più concreto le persone in difficoltà, più di quanto io faccia normalmente con la teoria, studiando i temi della povertà e del disagio; è quella di migliorare il mio modo di fare servizio per i giovani».