Celebriamo ancora una volta la Pasqua! La Pasqua per noi cristiani è la festa più importante, quella che dà senso a tutte le altre, ma soprattutto a tutto ciò che crediamo, a tutta la nostra vita; infatti con essa ricordiamo che Gesù Cristo – dopo essere stato tradito, aver patito ed esser  stato crocifisso – è Risorto.

È centrale anche per noi perché se questo è ciò che è successo a Lui, questo sarà anche il destino nostro. In realtà 2000 anni fa, il fatto della Resurrezione deve essere stato davvero sconvolgente per i discepoli e per i primi cristiani, tanto che non avevano neanche parole adatte per chiamarlo. Così fu usata la parola Anàstasis, che di per sé vuol dire: “alzarsi in piedi”. Vale a dire che Gesù, che era morto, si è alzato in piedi. Come un addormentato che si sveglia e si alza. Mi pare bellissimo questo senso della Pasqua: “alzarsi in piedi”.

La Pasqua è in primavera e l’arrivo della primavera porta sempre con sé un carico di speranza e di energia. È la natura la prima che si “alza”. Noi siamo continuamente sollecitati ad alzare, a far stare in piedi, a dare dignità a chi non se riconosce o soprattutto non se la vede riconosciuta. Sollecitati a lavorare sull’accompagnamento, quale gesto più bello del rialzare… Noi vediamo pezzi di Resurrezione dovunque nelle storie di tanti ragazzi, in mezzo a tante fragilità e fallimenti. Vediamo pezzi di Resurrezione anche nei nostri  “alzarsi” personali, alzarsi dalle fatiche, dalle sconfitte. Sono dei segni importanti, sono dei cartelli che indicano qualcosa di più grande, ma che da soli non possono bastare.

D’altra parte sappiamo che per molti – e anche al Borgo – la primavera significa anche un accumulo di fatica, di stanchezza e, forse, di scoraggiamento. E a questo c’è da dare risposta. Con l’arrivo della Pasqua è come se ogni anno qualcuno dicesse a ciascuno di noi: “coraggio, alzati in piedi!”. Non si tratta di una pacca sulla spalla, non è un “coraggio” di circostanza buttato lì, è la consapevolezza che siamo figli di uno che ha lottato con la morte, la cosa apparentemente più invincibile, e ne è uscito in piedi. E se ci crediamo quella vittoria, misteriosamente, diventa anche nostra. In definitiva allora questo e solo questo può dare ragione di tutta la fatica quotidiana, delle lotte per dare dignità e speranza ai ragazzi, dei successi e degli insuccessi, delle speranze e delle delusioni, proprio quando questi sembrano insormontabili.

Solo questo può darci la forza di alzarci quando abbiamo solo voglia di lasciar perdere e continuare a provarci quando sembra che alcune situazioni siano impossibili da alzare. Non possiamo limitarci agli sguardi e alle speranze “umani” sulle persone, sulle cose, sulle situazioni… che a volte vorrebbero atterrarci. Gesù è alzato in piedi e perciò può dire anche a noi di fare altrettanto. Buona Pasqua!

Don Stefano