Compiono 65 anni i ragazzi del Don Bosco e festeggiano il compleanno con l’incontro “I nostri giovani, il vostro domani” che si è svolto nella Sala del Carroccio in Campidoglio, alla presenza del vicesindaco di Roma Capitale Luigi Nieri, dell’assessore regionale alle Politiche sociali Rita Visini, e del presidente del Municipio V, Giammarco Palmieri.
Nell’incontro, è stata presentata l’iniziativa che il 6 dicembre prossimo a Roma ricorderà l’attività della struttura “I 65 anni del Borgo Ragazzi Don Bosco – Premio Amico dei Ragazzi”.
Don Stefano Aspettati, direttore del Borgo, ha presentato la struttura, ripartita in tre aree, e portato le testimonianze di tre ragazzi che per motivi diversi hanno incrociato le loro vite con quella del Borgo. La sede del centro di via Prenestina è una realtà aperta a tutti i giovani che hanno bisogno di “rimettere le ali”, come ha detto don Stefano. “Oggi – ha dichiarato Palmieri- abbiamo incontrato dei nuovi talenti che sono stati individuati grazie al costante lavoro degli operatori del Borgo don Bosco e messi a disposizione della comunità. Per l’amministrazione è importante essere al passo con realtà come il Borgo che riescono a far parlare i giovani di ‘felicità’, creando una comunità utile a tutto il territorio attraverso la coesione e la condivisione delle risorse”.
Secondo Palmieri “è importante che le istituzioni si mettano a disposizione di queste realtà così radicate nel territorio, per facilitare il loro compito e prendere esempio per le future iniziative. E’ con questo proposito che oggi proponiamo a don Stefano una carta d’intenti per impegnarci reciprocamente a continuare il lavoro fin ora fatto, supportando le iniziative nell’ ambito dell’affido familiare e nel sostegno educativo dei ragazzi”.
Nel 1948, poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, Roma viveva una situazione di notevole degrado sociale. In questa Italia dilaniata dalla guerra, sessantacinque anni fa, i salesiani cominciarono a prendersi cura dei ragazzi abbandonati, orfani, vittime del secondo dopoguerra. Inizialmente, i primi ragazzi di strada, gli “sciuscià”, furono accolti a via Marsala, vicino alla Stazione Termini.
Ben presto lo spazio divenne insufficiente e fu necessario spostarsi in un luogo più capiente. A due passi dal Quarticciolo, sulla via Prenestina, sorgeva una distesa di capannoni, luogo ideale per costruire la nuova casa dei ragazzi accolti. Così, pochi mesi dopo, il 20 marzo 1947, fu dato finalmente inizio ufficiale ai lavori. In un solo anno, l’opera fu terminata: era la mattina del 22 marzo 1948.
È così che nasce il Borgo don Bosco, struttura che quest’anno celebra il suo sessantacinquesimo anno di attività nell’aiutare giovani con difficoltà. Il centro oggi accoglie 1.000 ragazzi che frequentano l’oratorio, 300 giovani ammessi ai corsi di formazione professionale e 220 ragazzi a rischio di disagio sociale che ogni anno sono seguiti dall’area Rimettere le Ali. I Salesiani hanno deciso di rilanciare la vocazione originaria del Borgo: la Parrocchia è stata inglobata dalla vicina Sant’Ireneo, le scuole secondarie hanno chiuso i battenti ed è stata impostata la nuova struttura in tre aree tuttora esistenti: l’Oratorio – Centro Giovanile; il Centro di Formazione Professionale; l’area dell’emarginazione e disagio “Rimettere le Ali”.
(Roma, 5 dicembre 2013) LB
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