“Ciao! Come ti chiami? – Mi chiamo Sara, cioè, mi faccio chiamare Sara perché il mio nome è difficile da pronunciare – Come vuoi che ti chiamiamo? – con il mio nome” .

Così è cominciata una delle 42 accoglienze che la semi ha avuto il privilegio di accompagnare.

“La mia famiglia mi lasciava stare, forse per paura delle mie reazioni. Quando mi hanno parlato della semi,  la comunità semiresidenziale del Borgo don Bosco, ero perplessa, avevo paura di dover stare con altre persone, non pensavo di poter essere una persona simpatica, che sa instaurare relazioni. Non sapevo di poter essere amata. Da quando ero piccola mi facevo chiamare Sara, tutti trovavano il mio nome difficile. Quando sono stata accolta in semi, una delle prime cose che mi sono state chieste era come volevo essere chiamata e per la prima volta sono stata chiamata con il mio nome. I primi tempi sono stati un po’ faticosi, la presenza di altri ragazzi mi intimidiva, non ero abituata a stare a contatto con tante persone. Nonostante le fatiche iniziali, frequentavo la semi ogni giorno perché mi rendevo conto che trovare persone che mi aspettavano, che parlavano con me, che si interessavano a me, mi faceva stare bene. A casa ero sempre sola perché i miei lavoravano tutto il giorno. In semi ho iniziato ad aprirmi, a raccontare di me, a stringere amicizie. Ho concluso la terza media grazie al sostegno che ho avuto dagli educatori sia per lo studio che per la forza e il coraggio che mi hanno dato per affrontare un evento che per me era molto difficile. Dopo gli esami ho trascorso l’estate con la semi, siamo partiti in vacanza e per la prima volta ho sperimentato lo stare fuori casa con i miei pari in un ambiente sano, dove sentirmi me stessa. Mi sono iscritta alla formazione professionale e oggi lavoro, ho concluso il triennio con il massimo dei voti e lo scorso anno ho conseguito il diploma. Negli anni della semi ho avuto anche la possibilità di avviare un percorso di psicoterapia che mi ha aiutata ad aprirmi e spiegarmi: finalmente mi sentivo libera dall’angoscia che mi turbava. Il loockdown è stato un periodo duro, ho avuto una lieve ricaduta, stavolta non mangiavo, mi sentivo grassa. La semi anche in questa fase mi ha aiutata, ma anche la psicoterapeuta che mi seguiva nonché alcuni dei ragazzi che mi sono stati vicini, senza giudicarmi, anzi le hanno provate tutte per aiutarmi. Il rapporto con la mia famiglia oggi è completamente diverso, ho imparato a parlare con mia madre e ho un bel rapporto con mio padre. So che il rapporto con loro può essere ancora più bello. Durante il periodo di accoglienza, oltre agli educatori, ho avuto la possibilità di conoscere diversi volontari che mi hanno sostenuta nello studio e in ogni difficoltà, tra loro anche delle famiglie con bambini. Nel tempo ho rafforzato il legame con una volontaria in particolare, con cui oggi mantengo una relazione che per me è molto importante. È un mio punto di riferimento. Per la prima volta ho sperimentato un clima familiare che per me era sconosciuto e penso che sia una grande ricchezza.

Oggi ho 20 anni, ho preso la patente e lavoro. Ho dei nuovi amici con cui esco e vivo le esperienze che ogni ragazzo della mia età ha il diritto di vivere. Un giorno spero di avere una mia attività, una mia famiglia e una casa tutta mia. Anche una macchina! Se oggi sto bene con me stessa e con gli altri è perché in semi e al Borgo don Bosco ho scoperto che anche io sapevo stare al mondo, che anche io avevo diritto ad essere amata e sapevo amare gli altri. Ancora oggi la semi per me è casa. Io ho scoperto di avere il dovere di sognare”.

Sono passati 7 anni da quel primo giorno, dove i primi 3 ragazzi con salesiani ed educatori si sono riuniti intorno al tavolo della cucina, testimone di pranzi, merende, compiti, confidenze, lacrime, risate e giochi.

In questi 7 anni la semi è diventata una casa per molti ragazzi…e adulti. Se si pensa a casa non si presenteranno alla mente solo pareti, porte, tetti, finestre…ma volti , odori, colori, emozioni. 42 storie che restano impresse nei cuori di chi, come me e insieme a me, ha avuto il grande dono di conoscere e accompagnare…e crescere insieme a loro.

Buon compleanno semi…e buon cammino!