Tavolo di lavoro sull’affidamento familiare: “La nuova stagione dell’affidamento familiare. Come collaborare insieme per garantire tutela, giustizia e solidarietà”.

L’affidamento familiare è, ancora oggi, materia sconosciuta ai non addetti ai lavori, e non solo. È questo uno degli aspetti, probabilmente il più eclatante, emersi durante l’incontro dal titolo “La nuova stagione dell’affidamento familiare. Come collaborare insieme per garantire tutela, giustizia e solidarietà.”, organizzato dal Movimento Famiglie Affidatarie e Solidali del Borgo Ragazzi don Bosco e l’associazione “Rimettere le Ali Onlus” e al quale hanno partecipato numerosi rappresentanti delle Istituzioni, del pubblico e del privato sociale.

L’incontro, svoltosi il 6 ottobre, è solo la prima tappa di un percorso che ha come obiettivo quello di far nascere un documento condiviso dai diversi attori che a vari livelli si occupano del minore in un procedimento di affidamento familiare. Attori che, consci delle criticità del sistema, hanno deciso di condividere le proprie esperienze al fine di elaborare una metodologia di lavoro virtuosa, condivisa e integrata che fornisca soluzioni concrete ai vari problemi che scaturiscono prima, dopo e durante un percorso di affidamento familiare.

Le problematiche sono molteplici, ha spiegato durante l’incontro la dott.ssa Margherita Occhiuto, Responsabile dell’UO Minori del Dipartimento Politiche Sociali, Sussidiarietà e Salute del Comune di Roma: si va dal progressivo depauperamento dei servizi come diretta conseguenza di una cronica carenza di fondi, accompagnata dal mancato rinnovo del personale che va in pensione, fino ad arrivare all’assenza di attori politici che inseriscano nella loro agenda il benessere del minore a rischio.  Il tutto accompagnato da una legge che, secondo il dott. Roberto Ianniello, Giudice Togato del Tribunale dei Minorenni di Roma, è «nata male» e «continuata peggio» perché fatta da legislatori che conoscono poco la materia ed eseguita da giudici, nella fattispecie «dal giudice minorile che ritiene, secondo la sua discrezionalità, di agire secondo l’interesse del minore» sebbene tale accezione sia fortemente soggettiva.

Queste criticità impattano in maniera negativa sul minore e sulle famiglie coinvolte, poiché spesso i servizi, una volta raggiunto l’affidamento familiare, non proseguono il loro lavoro ovvero non riescono a farsi carico della famiglia di origine e sono incapaci di fornire sostegno alla famiglia affidataria. Ed è qui che entra in gioco il terzo settore il quale lavora con le famiglie affidatarie formandole e sostenendole durante tutto il percorso ma non di rado si trova nella situazione di non essere riconosciuto nel proprio ruolo e identità.

«Non mancano però le note positive» ci tiene a sottolineare il dott. Alessandro Iannini, presidente dell’associazione Rimettere le Ali Onlus. Innanzitutto perché «oggi sono presenti tante persone e tante istituzioni diverse a ragionare su questo tema, il che significa che c’è la volontà di camminare insieme e migliorare la prassi, partendo da quelle buone e che già funzionano e affrontando in modo costruttivo le difficoltà» dato, questo, tutt’altro che scontato così come non è scontato vedere tante famiglie, nonostante il periodo di crisi, che si avvicinano al tema dell’affidamento familiare. Famiglie che offrono la loro disponibilità in varie forme di affiancamento con i ragazzi. «I ragazzi che hanno a fianco una famiglia di riferimento fanno veramente un salto di qualità nel loro percorso di vita e lo vediamo poi a distanza di anni perché i legami rimangono». Un altro aspetto da evidenziare è quello del sostegno alle famiglie affidatarie, un «sostegno che noi concepiamo da prima che inizi l’affido» e che si protrae per tutta la durata dell’affidamento e anche dopo che il periodo di affidamento si è concluso.

Ciascun soggetto coinvolto a vario titolo in un procedimento di affido, si trova di fronte varie incognite, l’unica soluzione è quella di promuovere una concertazione efficace tra tutti attraverso la creazione di un insieme di linee guida da proporre a livello regionale che snellisca e sintetizzi il documento sull’affido già esistente risultato nella prassi lacunoso e poco efficace. Per tale ragione, il Movimento Famiglie Affidatarie e Solidali, insieme al Tribunale dei Minorenni di Roma e ai servizi del pubblico e del privato sociale, torneranno ad incontrarsi per ragionare insieme sugli aspetti dell’affidamento da mantenere e valorizzare e su quelli da modificare con l’auspicio di creare presto un tavolo istituzionale che concentri la propria attenzione sulla stesura di linee guida che possano rendere più efficace ed omogenea la prassi di lavoro sui progetti di affidamento familiare.

All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, Giancarlo Cursi, prof. di pedagogia sociale presso l’Università Pontificia Salesiana  che ha moderato i lavori e l’avv. Andrea Farina, professore di legislazione minorile presso l’Università Pontificia Salesiana.