A quasi 16 anni dall’entrata in vigore della legge quadro nazionale, la Regione Lazio approva la riforma dei servizi sociali. Il sì del Consiglio regionale arriva dopo tre anni di lavori in commissione e un intenso dibattito in aula (764 gli emendamenti presentati e discussi). Visini: “Una vittoria di tutto il mondo del sociale, ora abbiamo una legge moderna”
Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato la proposta di legge n. 88 del 2013 che riforma i servizi sociali, finora regolati dalla legge 38/1996, che viene abrogata. Al termine di due giorni consecutivi di lavori d’Aula, hanno votato a favore del provvedimento 28 consiglieri (ovvero i gruppi Partito democratico, Si-Sel, Lista civica Zingaretti, Centro Democratico, Obiettivo Lazio, Psi, Lista Storace). Sette i contrari (Forza Italia, Cuoritaliani, Fratelli d’Italia, La Destra, Misto), sei gli astenuti (Movimento 5 Stelle).
Obiettivo della riforma è definire un modello di welfare regionale più aperto alla partecipazione dei soggetti pubblici e privati che operano nel sociale; più efficiente ed efficace sotto il profilo della programmazione, dell’organizzazione e della gestione dei servizi; più attento ai bisogni delle persone più deboli e fragili sia dal punto di vista sociale che sanitario. Il Lazio potrà così contare su un welfare “plurale”, con un sistema allargato di governo basato sulla gestione dei servizi da parte dei comuni in forma associata. Terzo settore, associazionismo, cooperazione e impresa sociale saranno chiamati ad una partecipazione sistematica alla definizione degli interventi per promuovere la progettualità e l’innovazione sociale.
Strumento privilegiato della programmazione delle politiche sociali sul territorio del Lazio sarà il Piano sociale regionale. Nascerà inoltre il Sistema informativo dei servizi sociali della Regione (Siss). Prevista, poi, una serie di strumenti per garantire la qualità degli interventi e dei servizi.
Il testo, di iniziativa di Giunta e composto inizialmente da 71 articoli, si ispira ai principi della legge quadro nazionale 328/2000. Circa 170 (sui 764 inizialmente depositati) gli emendamenti approvati nel corso dell’esame della proposta. Due, invece, gli articoli aggiuntivi che hanno ricevuto il via libera dell’Aula.
IL COMMENTO DI ZINGARETTI E VISINI
Per il presidente della Regione Nicola Zingaretti “da oggi il Lazio è una regione più giusta. Si tratta di una riforma storica, che rimette al centro il tema dei diritti e dell’universalità del welfare, un valore non negoziabile. Con questa legge riorganizziamo l’intera rete dei servizi sociali regionali garantendo un raccordo più forte fra gli interventi sociali e quelli sanitari a livello di programmazione, organizzazione, erogazione e finanziamento. Finora si era avuto un sostanziale scollamento tra sistema sociale e sanitario, con una cattiva qualità degli interventi e un conseguente spreco di risorse”.
Soddisfatta la titolare della riforma, l’assessore alle Politiche sociali Rita Visini: “E’ una vittoria dell’intero mondo del sociale: questa riforma l’abbiamo scritta insieme a loro. Adesso il Lazio ha una normativa moderna e avanzata, un welfare non orientato all’assistenzialismo ma incentrato sull’inclusione sociale, che si pone accanto a chi non ce la fa fornendogli gli strumenti per riconquistare autonomia e dignità. Il modello di governance che ci siamo dati ci permetterà di spendere meglio i soldi dei cittadini e di avere quindi più risorse a disposizione per dare una mano alle troppe persone che stanno ai margini delle nostre comunità”.
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