Mercoledì 16 Ottobre 2013 il Borgo Ragazzi Don Bosco, per celebrare l’Anno della Fede e il 65esimo dell’opera, ha partecipato all’Udienza Generale del Santo Padre in Vaticano.
È stato davvero un avvenimento: eravamo circa 700 partecipanti tra ragazzi, famiglie ed educatori. La mattina è cominciata prestissimo, sotto una pioggia intermittente, tra gli appuntamenti alle varie fermate dei mezzi pubblici, qualche ritardo e la distribuzione dei biglietti e dei foulard di riconoscimento. Non è stato facile, eravamo tanti da coordinare, ma è stato davvero bello vedere lo sforzo di tutti. La piazza era gremita, come sempre da quando c’è Papa Francesco. Abbiamo faticato, ma siamo riusciti a stare quasi tutti insieme.
Mentre aspettavamo, ascoltavamo lo speaker, che elencava tutti i gruppi presenti: avrà parlato per circa mezz’ora; verso la metà dell’elenco ha letto il nome del “Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma” ed è esploso un boato da parte di tutti noi. Nel frattempo è uscito il sole e col sole il Papa ha cominciato il giro in piazza a bordo della papa-mobile. I ragazzi, anche quelli apparentemente più distaccati, hanno cominciato ad agitarsi per cercare di vederlo. Di fatto la nostra posizione si è rivelata piuttosto buona, perché ci è passato veramente vicino! Tante foto, video, da mostrare come trofei, qualcuno è riuscito addirittura a lanciare il foulard del Borgo Don Bosco nella macchina del Papa…
Finito il giro, il Santo Padre ha cominciato la catechesi continuando la tematica degli ultimi mercoledì, ossia la Chiesa. In particolare ha sottolineato come la chiesa debba essere apostolica. Ma prima di spiegare il significato dell’apostolicità, ha alzato gli occhi dal foglio, per un attimo, e ha ricordato, anzi ci ha ricordato, che primo compito di un apostolo, per essere tale, è pregare; e nell’anno in cui vogliamo riscoprire la spiritualità del grande apostolo che è stato don Bosco, l’abbiamo sentito come un compito. Finita la catechesi, spazio ai saluti e la nostra gioia è stata immensa, quando ha salutato il Borgo con queste parole: «La devozione al Sacro Cuore di Gesù insegni a voi, cari giovani, specialmente ai ragazzi dell’Istituto Salesiano Borgo di Roma, ad amare come amava lui».
Bellissimo. Finita? Macché! Due ragazzi del Borgo – un cristiano e un musulmano – sono stati invitati a salutare il Santo Padre a nome di tutti. Lo hanno fatto con grande emozione, gli hanno regalato il nostro fazzoletto e lo hanno invitato al Borgo. Chissà se il Papa accetterà…
Questo è il ricordo di Sherif, uno dei ragazzi del Borgo che è andato a salutare il Papa:
«Isa, la direttrice della mensa dove lavoro, una mattina mi chiede: “Vorresti venire dal Papa in Vaticano?”. Io non me l’aspettavo e le ho detto subito di sì: “Lo vorrei vedere di persona!” e lei: “non si sa mai…”. Poi mi ha detto che ci saremmo andati in occasione del 65° del Borgo. La mattina dell’udienza, però, mi sono svegliato tardi. Quando sono arrivato ho trovato 15.000 persone davanti a me e non trovavo i miei compagni. Isa mi ha dato le indicazioni per telefono, ma non volevano farmi passare. Sono riuscito ad andare avanti, ma mi sono di nuovo bloccato in mezzo ad un gruppo di polacchi. Alla fine, con un po’ di spinte, ce l’ho fatta, proprio quando è uscito il Papa con la papamobile: quasi quasi mi conveniva restare con il gruppo dei polacchi, perché ce l’avrei avuto proprio di fronte! Però sono riuscito a lanciare sulla jeep il nostro fazzolettone. Ad un certo punto, un educatore ci dice che il Papa vuole incontrare alcuni ragazzi del Borgo. Non ci ho pensato due volte: “Io, io” ho detto. Sono andato insieme ad un ragazzo del Centro di Formazione Professionale ed una bambina dell’Oratorio.
Arrivati sul sagrato, la bambina si è emozionata talmente tanto, che quasi si è sentita male. Io lì mi sono impanicato. L’abbiamo riaccompagnata dalla mamma e non mi sono preoccupato del fatto che ormai non sarei più andato dal Papa: era più importante sostenere la bambina. Però alla fine siamo tornati sul sagrato… Aspetta, aspetta… il vigilante mi dice “Guarda che c’è ancora tanto da aspettare” ed io. “Guarda, posso aspettare fino a stasera, perché è una cosa troppo bella ed emozionante”. Era capitato a me su 15.000 persone! Finalmente arriva da me:: mi pareva un sogno. L’ho salutato, gli ho consegnato il nostro fazzolettone con scritto “con tanti saluti da i ragazzi di don Bosco”. L’ho invitato a venirci a trovare al Borgo. Ma purtroppo c’era anche un Sindaco che parlava, parlava tanto. Il Papa guardava me ma era stato fermato dal Sindaco. Mi guardava ed annuiva con la testa. A quel Sindaco avrei tanto voluto dire “Si calmi un attimo, ci sono anche io!”. Alla fine, ci hanno regalato due rosari: il mio l’ho portato in mensa e l’ho appeso in cucina in bella vista. Di quel giorno mi porterò dietro il ricordo stupendo di aver incontrato il Papa; e sono sempre più convinto che bisogna crederci nelle cose per poterci arrivare.»