«Sono Marinella, ho 54 anni e lavoro al bar del Borgo Ragazzi Don Bosco. Ma la mia esperienza nel Borgo è cominciata 40 fa, quando all’età di 14 anni, avendo un fratello che giocava a calcio nella Polisportiva, venivo a seguire le sue partite…
Qui si è formata la mia prima comitiva da ragazza.Si può dire che non l’ho più lasciato, perché poi ho portato qui i miei figli al catechismo per la Comunione e per la Cresima, mi sono sposata in una chiesa salesiana, i miei figli sono stati battezzati dai salesiani; dopodiché nel ’98 mi è stato proposto, da don Raffaele Panno, di aprire una segreteria che fosse il punto di accoglienza del Borgo Ragazzi Don Bosco e, insieme ad altre amiche che si sono prestate a questo servizio volontario, abbiamo aperto quello che ancora oggi è il primo punto di accoglienza del Borgo. Sette anni fa, poi, mi è stato proposto di lavorare al bar dell’oratorio del Borgo.»
«È un lavoro stancante, ma bellissimo, perché ti mantiene in contatto con i giovani sempre e quindi ti dà modo di poter imparare da loro: io sono sempre stata convinta che oltre ad insegnare quello che ci è stato trasmesso, possiamo noi imparare da loro. Impariamo dalle loro esperienze, dalle loro confidenze… E quindi la mia vita si svolge prevalentemente qui, tra dolci, pizze, tramezzini, bambini che urlano, giovanotti che a volte si picchiano… Bisogna sempre saper gestire tutte le situazioni. Io penso che sia un’esperienza meravigliosa e penso anche che non sia stata io a scegliere don Bosco ma forse è stato don Bosco a scegliere me, perché ho ritrovato sempre don Bosco sulla mia strada, da ragazza, da giovane donna, da mamma, adesso anche da nonna, don Bosco è sempre stato presente. Quindi penso che sia stato proprio lui a scegliere me ed a scegliere tutte queste persone che insieme a me condividono questo progetto di vivere con i ragazzi e per i ragazzi, cercando di dare nel nostro piccolo quello che possiamo, affinché la loro crescita sia possibilmente migliore.»
a cura di Angela Garreffa