Il fine del Sistema Preventivo di don Bosco, quello di rendere ogni ragazzo un “buon cristiano, un onesto cittadino ed un futuro abitatore del cielo”, rappresenta la fortunata sintesi dell’idea di educazione integrale che fin dalle origini dell’Oratorio di Valdocco ha caratterizzato l’opera del Santo dei giovani.

Una delle prime attività in questa direzione è stata la scuola artigiana e professionale organizzata progressivamente a partire dal 1853. Don Bosco stesso, nel 1886, chiariva il triplice fine dell’educazione dei giovani artigiani: apprendere “un mestiere onde guadagnarsi onoratamente il pane della vita, “istruirli nella religione” e dar loro “le cognizioni scientifiche opportune al loro stato”.

È necessario domandarci se siano ancora validi per a formazione professionale attuale, gli indirizzi religioso-morale, intellettuale e professionale enunciati dallo stesso don Bosco più d 130 anni fa.

Mi sembra di poter affermare che se non fosse così, non avrebbe più senso per i Salesiani occuparsi di scuola ed in particolare di formazione professionale. Il Sistema Preventivo, nonostante i cambiamenti epocali, ci indica ancora validamente che l’opera educativa deve tenere conto di tutto il giovane, accompagnandolo nello sviluppo completo delle proprie potenzialità: solo così si può sperare nella piena realizzazione umana e nella felicità.

Troppo spesso siamo tentati di appiattirci sui nostri tempi fin troppo orizzontali e razionalistici, dimenticando che nell’animo dell’uomo c’è altro che ha bisogno di essere nutrito e se è vero che la competenza professionale e l’inserimento del mondo del lavoro sono fondamentali per una “buona vita”, è ugualmente vero che anche la sfera spirituale va educata in vista della “salvezza”.

Auguriamoci che ancora oggi don Bosco, attraverso il nostro saggio intervento educativo, continui a rappresentare una strada di salvezza per la gioventù, “questa porzione la più delicata e la più preziosa dell’umana società”.

Don Daniele Merlini