Sacerdote, padre e maestro della gioventù.

                                                             di Roberto Alessandrini

‹‹Fare il bene senza comparire. La violetta sta nascosta ma si conosce e si trova grazie al suo profumo››. Sono queste le preziose parole, che ci ha lasciato Giovanni Bosco, sacerdote, padre e maestro della gioventù.

Nato a Castelnuovo d’Asti, il 16 agosto 1815, dopo una dura fanciullezza, dedica tutte le sue forze all’educazione degli adolescenti; alla formazione dei giovani al lavoro ed alla vita cristiana. Fondatore della Società di San Francesco di Sales, dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e dei Cooperatori Salesiani, muore a Torino, il 31 gennaio 1888. Il 2 giugno 1929 papa Pio XI lo beatifica, dichiarandolo santo il 1º aprile 1934, giorno di Pasqua.

Il prossimo 31 gennaio, presso il Borgo Ragazzi don Bosco, sito in via Prenestina 468, si festeggerà il Santo. Sarà una giornata che inizierà, alle ore 9.30, con la celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Marciante, vescovo del settore est di Roma, e che proseguirà con momenti di convivialità; giochi in cortile e con la pesca di beneficenza organizzata dal Laboratorio di Mamma Margherita.

Per Giovanni Bosco, ‹‹Dalla buona o cattiva educazione della gioventù dipende un buon o triste avvenire della società. In ognuno di questi ragazzi, anche il più disgraziato, v’è un punto accessibile al bene. Compito di un educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare››.