Il Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma ha ricordato il suo santo patrono, di cui quest’anno ricorre il bicentenario della nascita.
di Alessio Moro
«Il chiodo fisso di Don Bosco: la salvezza della gioventù. La prospettiva? Quella dei ragazzi, da incontrare con il dialogo, la ragione, ed un amore concreto e tangibile, l’amorevolezza. Come Papa Francesco ci indica, Don Bosco partì dalle periferie: il Borgo Ragazzi Don Bosco, in questo, è una missione veramente salesiana». Con questo messaggio di speranza e di profezia, rispetto a tanta disillusione e sfiducia che viviamo nell’odierna società, il responsabile dei salesiani dell’Italia Centrale, Don Leonardo Mancini, ha “dato il là” ai festeggiamenti tenutisi al Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma il 31 gennaio, per la commemorazione del santo dei giovani.
Tutti i ragazzi, famiglie, operatori e religiosi dell’opera salesiana si sono riuniti, nei diversi servizi della casa salesiana: Centro Accoglienza minori, Casa Famiglia, Movimento Famiglie Affidatarie e Solidali, SOS AscoltoGiovani, Centro di formazione Professionale e Oratorio Centro Giovanile, per ricordare e festeggiare quel povero prete che a Torino, rispondendo alle esigenze sociali del tempo, cominciò ad accogliere i giovani poveri ed abbandonati. Da quei primi ragazzi, a cui insegnò un mestiere e che riabilitò a livello sociale, con la pretesa di farne “buoni cristiani ed onesti cittadini”, nacque una realtà che ora opera in 132 nazioni e con il suo vasto movimento di seguaci, consacrati e laici, raggiunge milioni di giovani tra scuole, centri ricreativi e strutture per l’accoglienza del disagio e dell’emarginazione.
Aspettando il 15 agosto 2015, data che ricorderà i 200 anni dalla nascita del santo, i salesiani continuano la loro opera, scegliendo di dar voce e importanza ai giovani, che non sono solo la speranza del nostro futuro, ma la risorsa e la forza del nostro presente.