Una palestra dentro il Borgo Ragazzi Don Bosco, da mettere al servizio dei ragazzi del territorio, per poter fare sport anche quando fa freddo o piove. Ma una palestra fatta con i criteri più moderni di sostenibilità ambientale: dai pannelli termodinamici alla coibentazione in paglia. Un sogno. O meglio un progetto da costruire in modo partecipato, attraverso un percorso da fare insieme: Borgo, istituzioni, aziende.

Ne ha parlato don Stefano Aspettati ieri, al convegno “Esportiamo la periferia”, che si è svolto nella sede del Coni per celebrare il 50° anniversario della fondazione della Polisportiva Giovanile Salesiana Borgo Don Bosco. Un’occasione per ripercorrere le motivazioni che mettono lo sport sociale al centro dell’educazione dei giovani, perché «lo sport è in sé educazione», come ha ricordato il presidente Antonello Assogna: «anche chi ha affrontato campi nazionali e internazionali continua a portare nel cuore questa esperienza».

E, in effetti, di persone che sono diventate campioni o dirigenti sportivi e che hanno cominciato dagli oratori e dai campi di periferia ce ne sono davvero tanti. L’ha confermato anche Gianni Petrucci, presidente della Federazione Italiana Pallacanestro. Anche lui ex allievo salesiano, ha ricordato come, negli anni, «il lavoro dei salesiani è stato duro, nei quartieri problematici e spesso malfamati, dove davvero bisognava lottare». E ha concluso raccomandando: «dovete essere fieri di appartenere ad un’associazione importante, che ha saputo superare tante difficoltà».

«Perché voi rappresentate un presidio, in una città così difficile», ha fatto eco Paolo Masini, assessore alla scuola e allo sport del Comune di Roma. «Nelle periferie c’è un humus fertilissimo, e così nei giovani, anche se molti non ci credono. Posti come il Borgo Don Bosco hanno la capacità di tirarlo fuori». «Abbiamo proprio bisogno di posti come questo», ha aggiunto il presidente del V Municipio Giammarco Palmieri, «in cui le persone si incontrano e fanno un servizio agli altri, creando comunità. Il Borgo è un bastione che educa non solo i ragazzi, ma anche le famiglie».

Facendo sport si introiettano regole e valori, ha ricordato nella sua appassionata testimonianza Alfredo Trentalange, ex arbitro internazionale di calcio. In particolare il Borgo «trasmette quei valori cristiani che sono gli stessi che dovrebbero sempre accompagnare la vita di un atleta e di un dirigente sportivo», ha specificato Riccardo Viola, presidente del Coni Lazio, «nonostante gli episodi di corruzione che abbiamo sotto gli occhi, e che fanno tanto male allo sport, ma soprattutto ai giovani».
E che l’importanza dello sport sociale sia fuori discussione, l’ha ribadito anche Giovanni Malagò, presidente del Coni, che ha incoraggiato il Borgo a perseguire i propri progetti.

(Foto di Massimo Bottarelli)