di Lucia Aversano

«Quello di dare un futuro ai nostri giovani è un sogno che si realizza» così Mons. Marciante ha definito la Scuola di Ristorazione del Centro di Formazione Professionale, durante l’inaugurazione avvenuta il 12 aprile scorso. Un sogno possibile grazie alla concertazione tra chiesa, istituzioni e privati, che hanno reso possibile la conversione di un vecchio capannone in un ambiente formativo altamente professionale a disposizione del corso del Cfp del Borgo Ragazzi don Bosco di via Prenestina.

Un corso di livello, tre cucine professionali messe a disposizioni di 100 giovani e la possibilità di intraprendere un percorso lavorativo di successo, è probabilmente più di un sogno che si realizza, è una possibilità di crescita per tutto il territorio.

Da sempre i corsi professionali hanno rivestito un ruolo di serie b all’interno del panorama scolastico ma, negli ultimi anni, c’è stata un’inversione di tendenza e sono molti i giovani che ricercano appositamente gli istituti professionali per completare il loro percorso di studi. In quest’ottica il Cfp di via Prenestina è da sempre attento alle domande provenienti dal territorio e la nuova scuola di ristorazione rientra tra le risposte che il Centro Professionale ha fornito. Le sole forze economiche dell’istituto salesiano però non sono sufficienti a fornire i servizi adeguati ed è per questo che il prezioso contributo dei privati ha reso possibile la realizzazione di questa scuola di ristorazione; come ad esempio il contributo della Fondazione Johnson&Johnson che segue da tempo il Borgo Ragazzi don Bosco e ha reso fattibile la creazione della nuova scuola di ristorazione; questo «perché qui, da tantissimi anni, a Roma, si crescono generazioni di ragazzi e gli si da un futuro anche attraverso la formazione– chiosa Barbara Saba, Direttore Generale della Fondazione Johnson&Johnson – per noi, quello della scuola di cucina, è sembrato un ottimo progetto: convertire spazi disponibili e aumentare l’offerta formativa per i ragazzi è assolutamente in linea con la nostra attività».

Anche Sc Impianti ha finanziato il progetto della scuola di ristorazione ed è proprio grazie ai fondi del privato che progetti di questo tipo possono essere avviati e fruiti da un territorio tutt’altro che facile quale quello di Roma Est.

«I ragazzi che escono dagli istituti di Don Bosco sono persone validissime – afferma Elisabetta Cartoni, Amministratore Delegato della Cartoni s.p.a. industria meccanica dal 1935, che reperisce i propri operai dal bacino degli istituti salesiani – la formula degli stage, che abbiamo messo in atto in questi ultimi anni, è stata vincente perché possiamo dare ai ragazzi un opportunità di sperimentare il lavoro dal vivo e quindi fare un esperienza sul campo e da a noi l’opportunità di conoscere dei collaboratori che sono molto validi» e conclude dicendo che «oltre alla preparazione che è ottima noi riscontriamo anche un importante fattore morale, i ragazzi che provengono dagli istituti salesiano hanno una formazione morale, un’educazione, un rispetto e un modo di porsi con i colleghi che è diverso rispetto a chi proviene da realtà meno strutturate» segno che sul lavoro è sì importante la qualità professionale ma anche e soprattutto la qualità umana dell’individuo.

All’inaugurazione della scuola oltre a Mons. Giuseppe Marciante, vescovo ausiliario di Roma Est e al direttore del Borgo Ragazzi don Bosco, don Stefano Aspettati, erano presenti anche Paola Maria Bottaro della Regione Lazio e don Enrico Peretti, Direttore Generale del CNOS/FAP.