La Polisportiva Giovanile Salesiana del Borgo Ragazzi Don Bosco compie 50 anni e li festeggia con il convegno “Esportiamo la periferia“, che si svolge nel Salone d’Onore del Coni (Piazza Lauro De Bosis 15, martedì 30 aprile alle 10.00). Parteciperanno Giovanni Malagò, presidente del Coni; Giovanni Petrucci, presidente FIP; Paolo Masini, assessore allo sport di Roma Capitale; Alfredo Trentalance, ex arbitro internazionale di calcio.
Sono stati 50 anni di attività sportiva, ma soprattutto educativa: una lunga storia che ha portato, oggi, ad essere una realtà che accoglie ragazzi di 15-20 nazionalità diverse. E vince, sul campo e nella vita. Abbiamo intervistato il presidente, Antonello Assogna, che racconta l’attività sportiva dal 1965 ad oggi, tra speranze, difficoltà e obiettivi raggiunti.
Come e quando è nata la PGS?
«È nata il 24 giugno 1965. Tuttavia, già dal 1950, si svolgeva attività sportiva presso il Borgo don Bosco, sotto la denominazione sociale U.S. CADMEA, che aveva preso il nome dal fondatore dell’Istituto Salesiano, don Cadmo Biavati.
Poi, nel 1965, i dirigenti di allora decisero di mutare il nome della Polisportiva. Rimasero, comunque, fedeli al modello agonistico, che all’inizio degli anni cinquanta era stato uno dei primi strumenti educativi e di aggregazione giovanile, utilizzati dai fondatori e collaboratori della Comunità Salesiana».
Cosa è cambiato negli anni a seguire?
«All’inizio, gli sport che si praticavano erano solo due: il basket e il calcio. Alla fine degli anni settanta sono stati introdotti il tennis tavolo e il volley. Nel 1990, il judo, fino ad arrivare al 2005, con l’Atletica Leggera. Nel complesso la PGS è migliorata notevolmente».
Come sono mutati gli interessi dei ragazzi?
«Sicuramente il maggiore entusiasmo si manifestò verso il calcio e poi il basket.
Oggi, tutte le nostre attività sportive godono di un buon numero di iscritti. Con il judo abbiamo portato a casa molte vittorie e la sezione volley negli ultimi anni è riuscita a classificarsi nella Serie C Femminile. La PGS risulta essere oggi tra le polisportive più qualificate presenti a Roma. In merito al calcio, c’è una forte concorrenza, ma grazie ad un intenso lavoro, la Polisportiva è riuscita a migliorarsi e a risolvere tante piccole difficoltà. Sicuramente le esigenze giovanili sono cambiate. Attualmente forse è più difficile integrare i ragazzi, perché si sta andando verso una società molto più attenta all’immagine, che all’essenza della persona».
Quanti sono i ragazzi che ogni anno si iscrivono e qual è la loro età?
«Abbiamo circa trecento iscritti. Il 70% sono ragazzi e il 30% sono ragazze. Hanno un’età che oscilla dai 7 ai 18 anni. Inoltre, è stata introdotta, per i più grandi, la sezione under 25 Serie C Basket. Le ragazze sono principalmente presenti nel volley, judo e nell’atletica leggera».
Come sono i risultati sportivi?
«Per noi non è importante la vittoria. L’obiettivo è quello di insegnare uno sport; far conoscere bene la disciplina sia dal punto di vista tecnico che comportamentale, alla luce del modello educativo che questa Comunità Salesiana si è dato. Lo sport è uno strumento per accogliere ed unire. Un allenatore cerca, poi, di accompagnare il giocatore ad un’attività agonistica adulta. In ogni caso le squadre lavorano bene e il bilancio in merito ai risultati sportivi, sia per quanto riguarda il passato che per il presente, è positivo. In piena umiltà, come ho già detto prima, vantiamo importanti titoli provinciali e regionali».
Quali sono i valori educativi che accompagnano la vostra attività sportiva?
«Principalmente sono l’accoglienza e l’integrazione. Ci sono circa quindici-venti nazionalità diverse tra i nostri iscritti. Convivono cinesi, egiziani, senegalesi e ragazzi di altre religioni, come ad esempio i musulmani. Nel pieno rispetto della multietnicità presente, cerchiamo di trasmettere loro i valori salesiani e di proporre una realtà unita in nome di Cristo».
Cos’è il Progetto Laureus?
«Laureus è una Fondazione Internazionale impegnata, dal 2005, a risolvere situazioni di disagio giovanile attraverso attività sportive e percorsi di sostegno educativo e psicologico. L’obiettivo è di sostenere e rafforzare ragazzi e bambini, che provengono da contesti sociali differenti, affinché affrontino la vita con l’energia e i valori degli sport di squadra. La PGS è stata scelta dalla Laureus, come realtà di riferimento volta proprio ad aiutare i giovani. Infatti, i nostri allenatori sono seguiti da alcuni specialisti della Fondazione, nel metodo che viene usato nell’approccio con i ragazzi e nella giusta comunicazione, tenendo conto di un attento studio psicologico e verbale».
di Roberto Alessandrini