SCUOLA DI MONDIALITÀ E MISSIONE LAZIO 2014-15

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Sabato 8 Novembre si è svolto il secondo incontro della scuola di mondialità e missione, che ha trattato il tema della sovranità alimentare.

Francesco ed Emelia, dell’associazione Sentieri nel mondo ci hanno raccontato la loro esperienza di volontariato in Messico, con i bambini del gruppo etnico Zoque.

Dal video e dalle loro parole è emerso come l’obiettivo delle loro attività sia, molto in linea con il carisma salesiano, quello di aiutare le persone, in particolar modo i giovani, a credere in un futuro migliore, e questo si esplicita attraverso tanti progetti (progetto sportivo “dai un calcio alla noia”, progetti di artigianato, come taglio e cucito, progetti culturali, come la danza zoque in abiti tradizionali…). Questi progetti sono molto semplici e finanziati da giovani volenterosi che agiscono e collaborano in un clima di famiglia; in particolare ci ha colpito molto la scelta di una coppia di voler destinare il proprio regalo di nozze all’acquisto di alcune macchine da cucire da poter regalare per i progetti di cucito. La situazione sociale messicana, nel Sud, dove vivono gli Zoque, è delicata per i giovani, che si trovano a non avere molte opportunità, oltre la scuola, e spesso questo porta loro a dover fare i conti con la noia e a rifugiarsi nella droga. Le istituzioni sono poco presenti e si fa difficoltà a gestire la nuova realtà sociale, con i giovani che spesso non si riconoscono nella loro cultura, rifiutandone valori e tradizioni. A livello alimentare, in Messico è attivo il Banco de alimentos, rifornito da molti supermercati, per ridistribuire le eccedenze alimentari a chi ne ha bisogno.

I problemi alimentari riguardano la dieta poco equilibrati e i prezzi, per cui occorrerebbe una ridistribuzione equa e giusta del cibo, in particolare per i giovani, che sono persone in formazione.

VIS_LOGO_2011-1024x566Dopo l’intervento di Sentieri nel mondo, la parola è passata a Nello Schisano, esperto dell’ Istituto Agronomico d’Oltremare – IAO, con l’aiuto di Alessandra Tarquini, responsabile comunicazione VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo. Prima di illustrarci le tematiche connesse alla sovranità alimentare, Nello ci ha proposto un’attività molto semplice, ma significativa: ognuno ha scritto su un foglio quali cibo consuma maggiormente, dove lo si acquista, dove esso ha origine e le conseguenze di quest’acquisto.

Parlando della sua esperienza personale, Nello ci ha raccontato delle sue origine contadine meridionali, dei suoi viaggi in diversi contesti rurali del mondo e della scoperta della sovranità alimentare come risposta ad un sistema economico ingiusto. (Per la definizione completa di “sovranità alimentare: www.nyeleni.org/spip.php?article328)
Alla domanda “c’è cibo per tutti?” diversi dati rispondono in maniera controversa, mostrandoci come il problema sia nella distribuzione e non tanto nella quantità (la FAO riporta che l’1.3% della popolazione è denutrita a livello cronico e tra questa ci sono 161 milioni di bambini sotto i 5 anni, il 45% dei decessi per persone in età inferiore ai 5 anni è causato dalla denutrizione; 1,4 miliardi di persone sono in sovrappeso, tra queste 42 milioni di bambini…). L’indice globale della fame, lanciato recentemente dal CESVI, ha evidenziato la rilevanza della fame nascosta (“hidden hunger”), ovvero delle persone affamate ma non a livello cronico, stimate in Europa al 42% della popolazione.
Il dibattito mondiale sulla sicurezza alimentare spesso si concentra sulla “fodd safety”, ovvero sulla non dannosità del cibo per l’organismo, e non prende in considerazione la “food security”, concetto pluridimensionale che comprende l’accesso fisico, sociale ed economico al cibo da parte delle persone.

Definire il sistema alimentare non è facile, in quanto comprende la produzione, la distribuzione e il consumo del cibo, tutto il processo che va dal seme piantato nel campo fino al cibo sulle nostre tavole.

Nello ha schematizzato il sistema alimentare italiano disegnando un “doppio imbuto” che evidenzia come da circa 1600 aziende, il cibo passa attraverso circa 1000 aziende che distribuiscono il cibo agli oltre 59 milioni di italiani; si stima che l’85 % del mercato alimentare sia oligopolizzato, controllato cioè da poche grandi imprese.

Abbiamo poi visto uno stralcio del documentario Food Inc, che descrive l’industria alimentare nordamericana, mostrando logiche di fabbrica che spesso si nascondono dietro l’immaginario della fattoria felice, ed evidenziando quanto vasto sia il discorso riferito alla sovranità alimentare, che comprende informazione e diritti.

Il mondo contadino rurale si trova così a dover combattere contro le logiche del mercato globalizzato, che vuole grandi coltivazioni intensive (ed è lecito chiedersi quanto rispettino l’ambiente) e competitività dei prezzi (che spesso diventano un parametro più importante rispetto alla qualità).

Kissinger diceva: “Chi controlla il petrolio controlla le nazioni, chi controlla il cibo controlla le persone”.
Dopo aver sfatato alcuni miti del sistema alimentare moderno, si commenta da sé il dato relativo al cibo sprecato ogni giorno: 1.300.000.000 tonnellate!

Riflettendo su quale possa essere l’alternativa, Nello ci ha proposto alcuni spunti: la Via Campesina (viacampesina.org/en/), movimento globale contadino che si oppone al modello capitalista neoliberista attraverso un progetto politico di emancipazione e di uguaglianza, i farm markets, lo slow food, i GAS, le cooperative d’acquisto e tante altre iniziative che la nostra curiosità può farci trovare. Di questo parleremo nel terzo modulo della Scuola di Mondialità e missione, che tratterà delle strade per il cambiamento.

L’incontro si è concluso con la lettura del quinto sogno missionario di Don Bosco, che ci invita a riflettere su tre interrogativi, che, trattando questi argomenti, ci poniamo in continuazione:
“ come farò?”, “cosa mi turba?”, “cosa vedo davanti a me?”.

Quest’incontro, ricchissimo di contenuti e di emozioni, ci ha fornito tante informazioni interessanti, che non vogliono essere le risposte ai nostri dubbi, ma degli stimoli per informarci di più e formare così una nostra coscienza critica, da poter poi concretizzare nella nostra vita.
Don Bosco, infatti, riteneva inscindibili i concetti di “buon cristiano” e “onesto cittadino”.

Marco Fulgaro

CI VEDIAMO SABATO 22 NOVEMBRE, SEMPRE ALLE ORE 16 AL SACRO CUORE (VIA MARSALA, 42),
IL PROSSIMO INCONTRO SARA’ “PANE, LAVORO E PARADISO” SPENDERSI PER “SFAMARE”…

mgsicc

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