Scuola di mondialità e missione: nome impegnativo per una bellissima esperienza che prende vita nel mondo dell’animazione missionaria salesiana. Non sono solo incontri formativi, ma molto di più!
Ma andiamo con ordine, innanzitutto la scuola di mondialità e missione è una proposta per giovani, studenti universitari, insegnanti, animatori, educatori operatori del terzo settore, candidati al volontariato internazionale, interessati a formarsi e a confrontarsi sulle tematiche della mondialità, della missione, dell’intercultura, dei diritti umani, e a vivere esperienze di fraternità e servizio in Italia e nel Mondo, in particolare una missione estiva di circa tre settimane in un Paese in via di sviluppo nel Sud del mondo.
È un percorso promosso dal MGS – Movimento Giovanile Salesiano dell’Italia Centrale – in collaborazione con altri organismi ed associazioni, come il VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo – .
Il mio primo contatto con la Scuola, nel Lazio, è stato quattro anni fa, su proposta di un amico dell’oratorio, per aprirmi al mondo delle missioni, che da sempre mi ha affascinato nella mia esperienza di animatore salesiano, e per iniziare a impegnarmi nel concreto.
Da due anni faccio parte dell’equipe di Animazione Missionaria del Lazio e dell’Umbria, che si occupa soprattutto di organizzare la Scuola. Oltre a questo impegno, cerco di vivere lo spirito missionario anche nel locale, come tanti altri giovani, io in particolare nel gruppo missionario del Borgo Ragazzi Don Bosco.
La scorsa estate ho avuto l’opportunità di partire per un mese e vivere un’esperienza missionaria a Soddo, in Etiopia. Descrivere in poche parole ciò che ho vissuto è un compito arduo, ma penso che basti dire che in qualche modo mi ha cambiato la vita, nel mio caso non tanto nel pratico quanto nell’apertura mentale e spirituale al mondo che mi circonda, e questo vale non solo per me, ma anche per tutti quelli che sono partiti insieme a me. Entrare in contatto con un “mondo diverso” aiuta a riflettere sulla propria vita e a capire cosa veramente è importante e cosa invece dovrebbe essere solo “di contorno”.
Voglio sottolineare che la Scuola di Mondialità non è solamente un corso per chi vuole poi partire l’estate in missione, è molto di più, infatti solitamente un terzo dei partecipanti poi decide di vivere l’esperienza missionaria estiva. L’obiettivo è soprattutto quello di stimolare in ciascuno dei partecipanti alla Scuola la riflessione sul proprio ruolo, sulla parte che ciascuno di noi può fare di fronte alle realtà presentate. Insomma, deve smuoverci dentro!
I relatori che tengono gli incontri, esperti delle varie tematiche trattate, sono anche in grado di indicare ai giovani partecipanti delle “strade per il cambiamento”, delle possibili risposte positive a problematiche in apparenza insormontabili. Oltre a loro, in tutti gli incontri sono presenti dei “testimoni”: giovani e adulti con una storia, un’esperienza positiva di scelta e d’impegno quotidiano da raccontare. La ricchezza delle scuole di Mondialità nell’Italia centrale (ispettoria salesiana ICC) si riscontra nella condivisione di proposte, programmazione e finalità nel cammino e, allo stesso tempo, nella valorizzazione dei singoli contesti.
Per la scuola di mondialità del Lazio e dell’Umbria di quest’anno abbiamo scelto come tematica il diritto al cibo, in vista del grande evento dell’Expo, che ci vedrà, come famiglia salesiana, in prima linea per la difesa del diritto al cibo e della sostenibilità ambientale.
ll percorso prevede tre moduli: la situazione attuale nel mondo, i meccanismi che sono alla base delle ingiustizie e alcune proposte per avviare delle strade di cambiamento.
Le altre scuole sono presenti: in Liguria, a Genova, con un percorso in tre moduli e incontri mensili, in Toscana, a Firenze, dove si è scelto di aderire alla proposta di formazione missionaria della diocesi, nelle Marche, a Macerata, con incontri mensili sul diritto al cibo, e in Sardegna, a Selargius, con incontri mensili sul tema delle missioni.
Sono previsti momenti di formazione comune per i partecipanti delle varie regioni, come il “Week-end di spiritualità missionaria”, dal 10 al 12 Aprile, in cui verrà approfondito il senso della missione, alla luce della Parola di Dio, della Dottrina Sociale della Chiesa e dell’esperienza salesiana, e la formazione in vista della partenza estiva.
Devo dire che fare parte di questa grande famiglia dell’animazione missionaria salesiana aggiunge un senso in più a ciò che vivo ogni giorno ed è un impegno che mi appassiona e che mi forma per la mia vita.
D’altronde, è bello sapere che altri giovani in altre città e regioni stiano partecipando ad un percorso simile al nostro, che abbiano desiderio di approfondire i temi della mondialità e dello sviluppo e che lo stiano facendo con uno “stile” che ci accomuna tutti, quello di don Bosco!
Marco Fulgaro