Si parla ogni giorno di migrazioni, ma siamo sicuri che tutto quello che sentiamo è la verità? Donatella Parisi, incaricata della comunicazione nel Centro Astalli, ci aiuta a riflettere su questo tema alla Scuola di Mondialità.

 di Gioia Perinetti

Quanto facilmente siamo condizionabili non solo da una notizia, ma dal modo in cui questa viene posta! Il nostro cervello raccoglie informazioni non più oggettive, iniziamo a pensare ciò che gli altri vogliono farci pensare, niente di più pericoloso…

Donatella Parisi, affezionata al mondo della Mondialità già da molto giovane, ci ha illustrato quanto effettivamente la sua vita sia dedicata ai giovani e alle persone che desiderano una vita migliore e ha spiegato quanto quei luoghi comuni come: “ci rubano il lavoro”, “sono clandestini” e potrei continuare all’infinito… siano solo parole campate in aria. Questi giovani che arrivano in Italia NON rubano il nostro lavoro, fanno solo lavori umili, cosa che noi italiani disprezziamo, NON sono clandestini ma la maggior parte fugge da guerre e se solo questi ragazzi dal proprio paese volessero essere regolari, quindi fare un visto, nel loro paese non è possibile. Legalmente entrare in Italia è impossibile.

L’unica possibilità è entrare da illegali e correre un rischio enorme.

Durante i tanti servizi andati in onda a proposito di “sbarchi di immigrati a Lampedusa” si notano sempre le stesse domande fatte da giornalisti con poco tatto: “Perché partite? Lo sapete che è possibile morire!” La risposta che mi ha fatto aprire gli occhi è stata una di un ragazzo, non ricordo le esatte parole ma voglio riportare quel pensiero. Diceva che se fosse rimasto nella sua terra sarebbe sicuramente morto, mettendosi su quel gommone lui poteva avere una speranza, magari sarebbe morto proprio come i suoi tanti coetanei in terra natia, ma magari no, magari avrebbe toccato terra e iniziato a vivere una vita nuova. La moda del momento è intimorire le folle, escludere i diversi, far sì che il Paese non accolga nessuno se non i propri simili. La moda del momento è informare di ciò che si vuole!

Il Mediterraneo è diventato il genocidio del nostro tempo, sappiamo che esiste ma non facciamo nulla per rimediare. Siamo così diversi da quelli che vedevano il treno passare ma chiudevano gli occhi? Il non accogliere fa più male a noi che a loro stando alle statistiche. I ragazzi e le ragazze che vorrebbero vivere qui sono giovani, l’Italia invece invecchia anagraficamente, perdiamo di vista un settore importante che ha sempre funzionato in Italia: l’agricoltura e a loro quel settore interessa! Loro non rifiuterebbero ciò che noi rifiutiamo. Le donne lavorano soprattutto con bambini o accettano il lavoro da badanti così da avere anche un tetto sulla testa, quante donne italiane accetterebbero un lavoro di ventiquattr’ore giornaliere? La vera crisi che stiamo vivendo in questi tempi è la crisi di valori, la comunicazione che cerca la notizia per fare male, per vendere, per condizionare quando invece dovrebbe essere formativa, informativa, oggettiva. Purtroppo, il guadagnare ha preso il posto del fare bene e fare il BENE.

Credo che la parola chiave dell’incontro sia “attenzione” nel senso di aprire gli occhi, aprire le orecchie, scorgere i particolari, cercare in continuazione di essere informati, studiare gli eventi per saperne di più, non credere a tutto ciò che ci viene detto ma essere noi parte integrante della nostra formazione, dei nostri interessi e della nostra cultura.

Se ci vogliono tutti uguali forse è il caso di differenziarci, se ci vogliono freddi con gli altri è il caso di abbracciarci. Un ragazzo, durante un video che ci è stato mostrato in questo incontro ha detto: “Non abbiamo colpe se siamo nati dalla parte sbagliata ma soprattutto voi non avete alcun merito di essere nati dalla parte giusta.”

Fa male? Fa riflettere? Fa pensare?

Me lo auguro.

Quello che posso dire io è che siamo TUTTI cittadini del mondo, TUTTI.

 

PROSSIMO APPUNTAMENTO:
SABATO 14 GENNAIO ore 16 al Sacro Cuore, via Marsala 42 – Roma

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Marco Fulgaro 3661354944  marco.fulgaro@gmail.com
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