Il 13 giugno Sefìca ha compiuto 23 anni. Sefìca è una ragazza rom che si trova in ospedale dal 2 gennaio 2018 perché è stata investita da un auto davanti al suo campo. Nell’impatto ha sbattuto violentemente la testa su un cordolo ed è stata salvata dal pronto intervento del fratello. Ovviamente sui giornali non è stato scritto neanche un articolo perché stavolta le parti di vittima e carnefice erano invertite (che poi anche i carnefici sono sempre vittime).

Sefìca ha frequentato il corso di ristorazione al nostro centro minori e prima dell’incidente lavorava regolarmente. Dopo i primi momenti di disperazione per le sue condizioni e dopo diverse operazioni alla testa finalmente la strada imboccata sembra sia quella di una completa riabilitazione, anche se ancora molto lunga. Sefìca è piccolina e magrolina, lo è sempre stata, ma è una combattente. In questi quasi 6 mesi di ospedale lei e la sua famiglia non si sono mai arresi.

Il 13 giugno, giorno del suo compleanno, ha voluto fare una festa nella clinica in cui è ricoverata. A quella festa ha invitato tutti, voleva che tutti passassero almeno a prendere una pizzetta o un pezzo di torta; sono venuti medici, infermieri e soprattutto altri pazienti e familiari, suoi compagni in quel luogo di sofferenza. C’eravamo anche noi, guai se non fossimo andati, si sarebbe arrabbiata tantissimo!

È stata una scena bellissima, commovente, nella sua assoluta semplicità. La storia di tanti che soffrono ogni giorno, che combattono con la malattia o con la sofferenza in generale. La storia di chi ce la fa e di chi non ce la fa. Ma questa è anche la storia di chi capisce che anche nella sofferenza si può vivere la condivisione. La lezione stavolta ci viene dalla comunità rom ed è una lezione di grande umanità. Impareremo un giorno (tutti) a guardarci e a vivere come persone?