Il nostro mondo appare come un grande villaggio globale, dove tutto è interconnesso e in relazione. A livello internazionale, vengono stipulati dei patti per trovare punti comuni e cammini condivisi, allora perché non elaborare un grande patto educativo globale? Questa è l’idea di Papa Francesco, lanciata per la giornata del prossimo 14 Maggio, con l’invito a prepararsi a tale evento riunendo le realtà educative con momenti di confronto.
Sulla scia di quanto detto nel seminario del 31 gennaio tenutosi al Borgo Ragazzi don Bosco, riguardante il patto educativo globale, alcuni nostri rappresentanti hanno partecipato al forum “We are, we share, we care” organizzato da “Percorsi di Cittadinanza” cercando di portare la ricchezza maturata nell’incontro sul patto educativo a Centocelle.
Il forum “We are, we share, we care” tenutosi il 22 febbraio a Roma ha convocato in un posto speciale, la Città dei Ragazzi a Roma, un’assemblea variegata e composta da diverse figure per fare il “lavoro dell’orecchio”, ascoltare ed ascoltarsi in un dialogo fecondo. Il patto educativo parte dal tema dell’identità personale di ciascuno, degna di essere riconosciuta e tutelata, per poi arrivare alla relazione con gli allri e alle alleanze che possono crearsi tra tutti.
Il programma del forum è iniziato con il saluto del sindaco della Città dei Ragazzi, realtà educativa che si prende cura dei ragazzi da 65 anni sperimentando una forma di autogoverno, e del presidente Vincenzo Capannini, l’introduzione di don Mario Llanos e suor Piera Ruffinatto, delle facoltà di scienze dell’educazione dell’Università Pontificia Salesiana e Auxilium, organizzatori dell’incontro, e l’intervento di Mons. Vincenzo Angelo Zani, segretario per la Congregazione dell’Educazione Cattolica.
Educare significa accompagnare ad entrare nella realtà totale, educare mente cuore e mani, sanando le fratture presenti: il rapporto con la trascendenza, senza la quale siamo disorientati, la relazione con gli altri, in particolare nel rapporto intergenerazionale, e la cura della natura, la nostra casa comune.
Andrea Zampetti, professore di pedagogia sociale all’UPS, ha presentato il programma successivo che porterà alla costituzione degli atti di questo convegno. Il primo momento di dibattito è stato interno agli otto gruppi che formati: studenti, insegnanti, figli, genitori, educandi, educatori, lavoratori e datori di lavoro. Si è cominciato dalla riflessione sulle aspettative rispetto all’alleanza educativa da creare con il gruppo corrispettivo (ad esempio gli studenti con gli insegnanti e viceversa), cosa offrire e cosa poter chiedere all’altro gruppo. A questo punto, i gruppi si sono uniti con il proprio corrispettivo ed è nato un dialogo sulla base di quanto emerso, un primo momento di creazione dell’alleanza educativa. Nell’assemblea finale, guidati dalla professoressa Francesca Busnelli, i gruppi hanno riportato una sintesi del lavoro fatto e ciascun partecipante al forum ha espresso con una parola o una frase la giornata vissuta insieme.
Tra gli insegnanti e gli studenti è emersa la complessità dei fenomeni sociali, spesso affrontata solo attraverso dicotomie, e la necessità di ascoltare e dialogare per decostruire i luoghi comuni e riconoscersi vicendevolmente come persone prima del ruolo ricoperto. La passione educativa, il ruolo centrale del ragazzo come protagonista del proprio cambiamento, la coerenza, la sincerità e la disponibilità ad entrare in relazione sono alcuni punti toccati dagli educatori e dagli educandi, temi espressi nell’immagine dell’educatore in attesa per entrare dalla porta che può essere aperta solo dal ragazzo, che a sua volta spesso non ha le chiavi, gli strumenti per aprirsi alla relazione.
Dal confronto lavoratori /datori di lavoro è stata sottolineata l’importanza del fare squadra in un clima familiare che permetta una condivisione che vada oltre le differenze di ruolo puntando sul rilancio della cultura del lavoro e superando i pregiudizi etnici e sociali. I genitori e i figli hanno riportato la necessità dell’educazione all’ascolto e alla conversazione, di avere spazi quotidiani per il confronto rispettando le reciproche identità, sapendo che, come ruolo, esistono solo in relazione all’altro (i figli sono figli solo in relazione ai genitori e viceversa), chiedendo una maggiore coerenza e significatività agli adulti.
Sono intervenuti anche Emma Ciccarelli, vicepresidente del Forum Nazionale delle Associazioni Familiari, Alessandro Capriccioli, consigliere della Regione Lazio, Cristina Leggio, assessore alle politiche giovanili del Comune di Latina, Paolo Restuccia, scrittore, docente e regista radiofonico, e don Benoni Ambarus, direttore della Caritas di Roma.
Dopo aver riflettuto sulla propria identità (“we are”), aver condiviso e creato le condizioni per un patto educativo (“we share”), ora non ci resta che prenderci cura del villaggio globale (“we care”) e realizzare quanto ci siamo proposti.