Intervista a don Roberto Barone, Vicario della Comunità Salesiana del “Borgo Ragazzi don Bosco”

di Roberto Alessandrini

‹‹Cosa puoi fare per promuovere la pace nel mondo? Vai a casa e ama la tua famiglia. L’amore comincia a casa: prima viene la famiglia, poi il tuo paese o la tua città››. Così affermava Madre Teresa di Calcutta.
In merito però ad alcuni aspetti delle famiglie oggi, gli ultimi dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), ci dicono che, con 3,2 matrimoni ogni mille abitanti, l’Italia rimane uno degli Stati dell’Unione Europea, in cui ci si sposa meno, pur presentando una bassa incidenza di divorzi (8,6 ogni 10mila abitanti). Per le separazioni si sta verificando una convergenza tra le varie aree della Penisola (14,8 e 14,6 ogni 10mila abitanti nel Centro-Nord e nel Mezzogiorno). Nel 2015, le nascite sono state 488 mila (8 per mille residenti), quindicimila in meno rispetto al 2014. C’è inoltre da dire che, in base al “Rapporto sulla povertà in Italia”, presentato dall’Istat nel 2016, un milione e 470mila famiglie residenti nel nostro paese, vivono in condizioni di povertà assoluta; si tratta di 4 milioni e 102mila persone pari al 6,8% dell’intera popolazione italiana.
Malgrado questi dati poco confortanti, abbiamo voluto intervistare don Roberto Barone, Vicario della Comunità Salesiana del “Borgo Ragazzi don Bosco”.

Cosa vuol dire essere famiglie oggi?
‹‹Come sacerdote impegnato nella pastorale, qui presso il Centro Salesiano, posso affermare, che essere nucleo familiare è una cosa entusiasmante. Malgrado le difficoltà, anche di natura antropologica – visto che attualmente nel concetto di famiglia si è voluto far entrare anche una composizione diversa, rispetto a quella tradizionale – al Borgo don Bosco i nuclei familiari sono presenti; si frequentano, si aiutano a vicenda, superando piccoli e grandi ostacoli, con gioia e speranza››.

famiglie oggi

Scritte sui muri fuori da una sala parto

Quali sono, a suo parere, le difficoltà, al livello umano e spirituale, delle famiglie oggi?
‹‹La mentalità individualista, mediante la quale ci si rinchiude in se stessi. Credo invece che tra i componenti familiari, ci dovrebbe essere la voglia di stare insieme e di crescere, senza voler per forza prendere come esempio la famiglia patriarcale di un tempo. I nuclei familiari hanno bisogno di confrontarsi e di fare esperienza con gli altri. Un altro ostacolo è il fatto che non sono stati ancora riconosciuti come soggetti sociali. Gran parte dei diritti sono basati sull’individuo e non sulla famiglia, che è comunque un ammortizzatore sociale. Di conseguenza, la mancanza di un aiuto e di un sostegno crea timori, paure e difficoltà economiche. I giovani non hanno il lavoro e non possono creare nuovi nuclei familiari e, quindi, nemmeno procreare. Ci tengo però a dire, che la voglia e la vocazione di sposarsi non è venuta meno. Conosco tanti ragazzi che vorrebbero, ma la politica non lì incoraggia a farlo››.

Rispetto ai nuclei familiari di un tempo, cosa nota di positivo e in più, nelle famiglie oggi?
‹‹Mi piace sottolineare che il rapporto tra marito e moglie nelle famiglie oggi è più paritario, con uno scambio dei ruoli, che fortificano la coppia e la rendono unita ed indissolubile. Un altro aspetto, che voglio evidenziare, è che si da più spazio all’affettività. I figli, anche se a volte non ascoltano, mettono tra le priorità più importanti del loro percorso di vita la famiglia come punto di riferimento. L’essenziale, è che quest’ultima non sia considerata soltanto come un nido, ma anche come un’agenzia educativa››.

In che modo il Borgo Ragazzi don Bosco cerca di seguirle e che tipo di aiuto offre loro?
‹‹Il nostro Centro Salesiano è una grande comunità che porta avanti molte attività per i ragazzi: c’è il Centro di Formazione Professionale, il Centro Minori, l’Oratorio e così via. I giovani frequentanti spesso vengono coinvolti, insieme alle loro famiglie, in molte iniziative. Una tra queste, è la Festa della Famiglia, che ogni anno, nel mese di maggio, si svolge qui al Borgo. Inoltre, alcuni operatori delle nostre strutture, che hanno seguito una determinata formazione, si rendono disponibili ad aiutare questi nuclei familiari nel rapporto con i propri ragazzi e a superare ostacoli di diversa natura, anche con il supporto di sacerdoti e psicologi. Oltre a quanto già detto, abbiamo anche un gruppo famiglie, che sono nate qui al Borgo don Bosco e che si chiama “Radici di Bosco”. Il loro obiettivo, è quello di condividere un cammino comune, attraverso una formazione spirituale, umana e di confronto su alcune tematiche. Tutto questo tramite una serie di appuntamenti, ritiri e campi estivi, aperti a volte anche a figli e nonni. Inoltre, recentemente si è optato per creare un gruppo che pensa ai nuclei familiari, elaborando iniziative, convegni, incontri, su argomenti come la relazione tra coniugi o tra genitori e figli. Per finire, posso aggiungere che, ogni anno, tra giugno e luglio, molte famiglie sono impegnate nell’animazione dell’“Estate Ragazzi”, che comporta una serie di attività ricreative, per i giovani dell’oratorio o per coloro che vogliono avvicinarsi alla nostra realtà. Il Borgo don Bosco è un luogo di incontro, di dialogo e di speranza. Una struttura che, oggigiorno, testimonia, oltre i dati negativi attuali, che la famiglia esiste ancora, come il seme nel grembo di una madre, che prima o poi darà alla luce, nuovi germogli di vita››.