Monsignor Marciante: «il Borgo è un’officina della speranza. Bisogna affrontare le nuove sfide che il mondo ci pone»

«C’è un’ottava opera di misericordia e riguarda il lavoro. Aiutare un altro a trovare un lavoro è un miracolo che oggi dobbiamo riuscire a fare. Specialmente tra i giovani, che Don Bosco tanto amava». È stato questo uno dei passaggi dell’omelia di Mons. Giuseppe Marciante, vescovo ausiliare di Roma, durante la celebrazione eucaristica al Borgo, in occasione della festa di San Giovanni Bosco.

 

DSC_0382Mons. Marciante ha iniziato ricordando le parole-chiave del Giubileo della Misericordia, consegnate da Papa Francesco alla sua Chiesa.
La prima è “accoglienza”, parola che al Borgo è stile di vita e metodo di lavoro quotidiano e incarnata durante la celebrazione dalla famiglia siriana accolta proprio in questo periodo.
La seconda è “non giudicate”, atteggiamento, questo, senza il quale nessuna accoglienza è possibile.
La terza è “non condannate” perché, secondo Marciante,«la condanna chiude la speranza e quindi ogni possibilità di recupero».
La quarta è “misericordia di Dio”, «che è la fonte della speranza: se Dio mi perdona, per me la speranza c’è».
La quinta è “perdono”, nel senso di per-donare sette volte sette, come dice la Bibbia: «significa donare in modo moltiplicato, donare sempre di più. Amando anche chi non è amico o è nemico».
L’ultima è l’espressione “date e vi sarà dato”, che significa vivere la misericordia in modo concreto. «Qui al Borgo di opere della misericordia se ne fanno tante», ha ricordato Marciante, «forse a volte anche in modo inconsapevole». Un importante segno di apprezzamento, a cui è seguita l’indicazione concreta, cui abbiamo accennato sopra.

 

Ma oggi bisogna affrontare una sfida particolarmente urgente: «dare ai giovani la speranza di poter realizzare la propria vita attraverso il lavoro». In Italia un quarto dei giovani tra i 15 e i 29 anni è Neet (cioé non studia e non lavora). È la stessa sfida che dovette affrontare D. Bosco: ragazzi senza studio e senza lavoro, quindi senza prospettive, emarginati e condannati a priori. «Dunque, come ha ricordato il Papa ai salesiani nel giugno scorso, bisogna formare ai mestieri d’urgenza, che costituiscono un bacino che può aprire qualche prospettiva a questi giovani», ha aggiunto Marciante. «La creatività salesiana deve prendere in mano le sfide dell’oggi».

 

Il Borgo, ha concluso Marciante, «è un’officina della speranza. Vi auguro di riuscire a sognare un futuro per i vostri giovani e che questo sogno, attraverso il vostro lavoro, si possa realizzare». Anche grazie all’ottava opera di misericordia.