Le migrazioni dal punto di vista dei minori: questo il tema dell’incontro del 28 gennaio della Scuola di Mondialità

di Carola Palmucci

Parlando di migrazioni, una delle tendenze più in voga è quella di parlare di un fenomeno in maniera unica, monolitica, ma alcuni aspetti sfuggono a queste definizioni, come, ad esempio la questione dei minori, di cui la prof.ssa Cristina Giudici, docente dell’Università La Sapienza di Roma e impegnata a livello europeo come sociologa ricercatrice sul tema delle migrazioni, ha parlato nell’incontro del 28 gennaio della Scuola di Mondialità.
Nella prima parte di questo incontro denominato “Tutti da noi?”, dopo un breve excursus sulla definizione dei migranti e un appunto sui numeri relativi a quante persone si spostano nel mondo, ci si è soffermati sull’elevato numero di minori che migrano, molti dei quali arrivano nel nostro paese senza una figura di riferimento che possa far loro da tutor. La maggior parte di questi minori sono maschi egiziani, hanno tra i 14 e i 17 anni e, arrivati in Italia, hanno diritto a non essere rimpatriati e ad essere tutelati almeno fino al compimento della maggiore età. Durante il dibattito, abbiamo provato a scoprire insieme i perché di questa situazione: per alcuni l’Italia è uno dei paesi europei che ha garantisce più tutele ai minori, per altri in Egitto si diventa grandi molto prima e già tra gli 8 e i 10 anni si inizia a lavorare e a guidare i taxi (i “tuc tuc”), per altri ancora si tratta di una tradizione migratoria dove chi è partito anni fa appare agli occhi dei giovani una persona realizzata.
Tutti i ragazzi che arrivano in Italia non capiscono perché debbano attendere di compiere 18 anni per iniziare a lavorare e hanno difficoltà a comprendere l’importanza del percorso formativo. La professoressa ha riportato che nelle riunioni internazionali molti Stati africani mettono in evidenza il fatto che hanno talmente tanti bambini e così pochi adulti che hanno bisogno di insegnanti che provengano da altri Paesi. La Turchia e l’Egitto poi, così vicini a noi, sono due paesi ad esplosione demografica, dove i giovani sono un numero troppo elevato per il mercato del lavoro locale: emigrare appare quindi l’unica soluzione.
Durante l’incontro, abbiamo anche avuto la fortuna di conoscere Mohamed, che ha portato la sua testimonianza di minore straniero non accompagnato, raccontando le vicende vissute e mostrando alcune delle fotografie che ha scattato per una mostra dedicata al tema: interessante scoprire il punto di vista del migrante e constatare ancora una volta che le immagini spesso narrano più delle parole. Mariangela Branca, volontaria la scorsa estate in Egitto e ora in servizio civile, ha raccontato la sua esperienza al Centro Astalli e nello specifico nel Centro Pedro Arrupe, un ex albergo per ferrovieri sulla via Salaria. Ha spiegato cos’ è la Fondazione Astalli, la branca dei Gesuiti che si occupa di Rifugiati nata ai tempi della guerra in Kosovo, e quali servizi offre la struttura dove svolge il servizio: una casa famiglia maschile, La Casa di Marco; una casa famiglia per donne sole con bambino, La Casa di Maria Teresa; una comunità per famiglie rifugiati e, in un edificio separato, un gruppo appartamento che accoglie minori stranieri non accompagnati in semi autonomia, Aver Drom. Ha brevemente illustrato l’iter burocratico-legislativo che devono affrontare i minori che arrivano in Italia: dal riconoscimento dell’età attraverso l’esame del polso al passaggio dalla prima alla seconda accoglienza, dal corso di italiano L2 al conseguimento della licenza media, da corsi professionalizzanti allo svolgimento di tirocini retribuiti. Infine, ha risposto ad alcune domande volte a conoscere quali attività svolgono effettivamente i ragazzi e le ragazze all’interno delle diverse realtà residenziali.
A conclusione dell’incontro, prima della preghiera, Don Giovanni d’Andrea, presidente dei Salesiani per il Sociale, ha parlato ai presenti dell’opportunità di svolgere un anno di Servizio Civile in Italia o all’estero e delle nuove possibilità offerte dalla legge sul Servizio Civile Universale, mostrando un video informativo realizzato per l’occasione.
Tanti spunti, veramente tanti, che ci portiamo a casa nelle nostre riflessioni.