Il Borgo, da sempre in prima linea a fianco dei minori svantaggiati, combatte la povertà educativa sostenendo l’accesso alla conoscenza e alla cultura per rendere i giovani artefici del proprio futuro.

Quando si parla di povertà educativa si fa riferimento all’impossibilità da parte dei minori, tra i 6 e i 17 anni, di avere accesso alle occasioni di sperimentazione, apprendimento e sviluppo  all’interno ma soprattutto all’esterno della sfera scolastica. In altre parole i ragazzi in povertà educativa hanno maggiori difficoltà ad accedere ad una serie di opportunità, culturali educative e relazionali, che ne sviluppino talenti e potenziale. Secondo la fotografia scattata da Save the Children, nel nostro Paese, quasi la metà dei bambini e dei ragazzi non ha mai letto un libro al di fuori di quelli assegnati dalla scuola, non ha mai visitato un museo e non è impegnato in nessuna attività sportiva.  Tradotto in numeri significa che, in Italia, circa 2 milioni di giovani sono a rischio povertà educativa, e solo nel Lazio il 28% degli adolescenti non raggiunge le competenze minime in matematica e il 21% quelle in lettura, percentuale allarmante che conferisce alla nostra regione un triste quinto posto nella classifica regionale.

La povertà educativa, pur differenziandosi da quella economica, risulta essere ugualmente invalidante. La preclusione dei giovani ad attività che stimolino le loro attitudini e le loro potenzialità ne compromette lo sviluppo e la crescita e ne pregiudica inevitabilmente il futuro.

Il Borgo don Bosco opera con e tra i giovani da sempre con diverse aree di intervento che vanno dal centro giovanile ai centri professionali passando per l’area che si occupa dei giovani con fragilità. Solo lo scorso anno circa 1000 giovani hanno preso parte alle attività del centro giovanile; 350 sono stati invece i giovani ammessi ai corsi di formazione professionale e 200 minori a rischio hanno potuto beneficiare dei servizi messi a disposizione dall’area “Rimettere le ali”, la quale si occupa esplicitamente di disagio giovanile.  La lotta alla povertà educativa è una sfida che il borgo affronta quotidianamente e oggi più che mai.

«Negli ultimi anni – spiega il dott. Alessandro Iannini, psicologo e coordinatore dell’area “Rimettere le Ali” –  c’è stato un peggioramento delle opportunità per i ragazzi, e ciò è dimostrato dalla crescita del numero dei giovani che vengono a bussare alla nostra porta per trovare delle opportunità formative.» La crisi economica che ha colpito le famiglie, specialmente quelle con reddito medio e medio-basso, ha ridotto le risorse economiche da investire e ciò ha fatto aumentare anche la richiesta di attività ludico-sportive a tariffe agevolate, «per questo – conclude Iannini – realtà come la nostra si trovano subissati di domande».

«Le istituzioni formative tradizionali – chiarisce Don Stefano Aspettati direttore del Borgo Ragazzi don Bosco – purtroppo per vari motivi non riescono ad occuparsi validamente degli ultimi, per cui producono “scarti“, per usare il linguaggio di Papa Francesco. I ragazzi che vivono forme di povertà educativa rischiano davvero di restare ai margini della società senza che nessuno se ne preoccupi o se ne accorga: non spostano voti, non scendono in piazza e restano invisibili finché qualcuno di loro non compie qualche gesto negativo eclatante, perciò meritano davvero tutta la nostra attenzione.»