Il 17 ottobre è finalmente iniziata la Scuola di Mondialità a Roma, per il Lazio e l’Umbria.
Il primo incontro del percorso dedicato al rapporto tra le religioni e i popoli ha trattato un tema profondo e delicato, il bisogno religioso dell’uomo: “Perché Dio?”.
Dopo un primo momento di accoglienza, don Emanuele ha spiegato le modalità della Scuola: due incontri al mese più due attività extra a metà e a fine del corso, possibilità di fare un’esperienza missionaria estiva per i ragazzi dai 19 ai 35 anni, i quali dovranno seguire tutti gli incontri, i 25€ della quota per coprire le spese e lo stile salesiano dell’esperienza.
Per riflettere sul bisogno religioso dell’uomo, don Michelangelo Dessì, animatore vocazionale e missionario dell’ispettoria salesiana dell’Italia centrale, è partito dall’osservazione della realtà umana, che da sempre ha mostrato un senso di ultraterreno. L’importanza che gli antichi riservavano alla sepoltura è un esempio di questo: la sepoltura sotto terra, luogo di provenienza dell’uomo da cui probabilmente tornerà, la posizione fetale, indice di una nuova nascita dopo la morte, il volto verso oriente, segno di un nuovo sole che sorgerà e l’inserimento di oggetti di vita quotidiana, perché la vita continuerà anche dopo.
Elementi simili si trovano nelle pitture rupestri, dove in semplici scene di caccia venivano rappresentati riti propiziatori e riti apotropaici, legati agli spiriti presenti negli animali e fondamentali per la sopravvivenza delle tribù.
Più in generale, si osserva come in tutto il mondo la presenza del fenomeno religioso accompagni in modo diacronico l’uomo e ne sono testimoni l’arte, la letteratura, la cultura, le tradizioni…
Molti poeti ed artisti riescono ad esprimere bene quest’esigenza dell’uomo di porsi domande di senso, alcuni esempi illustri possono essere trovati nel Canto notturno di un pastore errante dell’Asia di Leopardi o nel dipinto di Friedrich “viandante su un mare di nebbia”.
La natura in particolare ci mostra come ci sia qualcosa di più grande dell’uomo, che provoca allo stesso tempo meraviglia e terrore.
Inoltre, nella vita ci sono alcune situazioni particolari che ci spingono a farci delle domande: l’innamoramento, la nascita, la malattia, la morte. L’uomo, strutturalmente fatto per imparare, fa l’esperienza di non bastare a se stesso e sente il bisogno di aprirsi a qualcuno o a qualcosa che possa donargli ciò che gli manca.
Una prova vivente del bisogno religioso dell’uomo è la costanza e la sopravvivenza delle comunità religiose durante e nonostante le persecuzioni.
Tra le tante testimonianze possiamo ricordare il vescovo Van Thuan, imprigionato durante il regime comunista in Vietnam, che continuava a predicare il Vangelo e per questo fu messo in isolamento ma non smise mai testimoniare la propria fede agli altri, o il giovane AkashBashir, ex-allievo salesiano, che impedì ad un kamikaze di entrare nella chiesa di Saint John, a Lahore, e farsi esplodere abbracciandolo, il 15 Marzo scorso.
E’ così impossibile negare il trascendente, o perlomeno il bisogno che l’uomo ha di esso.
Dopo la relazione di don Michelangelo, la parola è passata a don Giampiero De Nardi, salesiano missionario da tre anni in Guatemala, che ci ha raccontato la vita della missione.
Il Guatemala è un Paese centramericano che vive situazioni di grande disagio, basti pensare che è il quinto Paese al mondo per denutrizione. Nella parrocchia di San Benito, nella regione del Peten, solamente il 20% dei circa 60.000 abitanti ha la disponibilità di acqua, gli altri devono accontentarsi dell’acqua piovana e delle cisterne fuori dalle case riempite solamente una volta a settimana dai pompieri, tutto questo con un temperatura media superiore ai 32°C.
I problemi di salute sono diffusissimi e si muore per malattie banali; solo chi ha i soldi può permettersi di farsi curare in cliniche private costose e superattrezzate, mentre l’ospedale pubblico non ha spesso la disponibilità dei medicinali.
Tra le piaghe che affliggono il Paese ci sono la pedofilia, al punto che San Benito è il primo paese al mondo per ragazze incinta sotto i 14 anni, il narcotraffico, con produzione locale, traffici di droga e violenza(siamo nel cosiddetto “triangolo della morte” Guatemala-Honduras-El Salvador, dove ogni anno vengono uccise circa 7.000 persone) e il maschilismo, fortemente radicato nella società guatemalteca (don Giampiero ci ha raccontato di quando ha dovuto chiedere ad un uomo il permesso di far andare la moglie a messa…), che vede i mariti assenti (anche per diversi anni, tornando poi come se niente fosse) e i soldi derivati dal lavoro degli uomini sperperati.
Siamo in un’area di passaggio per moltissimi migranti, che vengono dai Paesi vicini o che scappano dal Guatemala in cerca di fortuna verso gli Stati Uniti d’America.
La povertà, spesso vista nel mondo occidentale con uno sguardo quasi poetico come occasione per mostrare i valori migliori e la ricchezza spirituale, è devastante sotto tutti i punti di vista e coinvolge non solo la sfera materiale, ma anche quella culturale, sociale, valoriale e spirituale, con l’aggravante dell’eredità di 35 anni di guerra civile, che hanno, purtroppo, tirato fuori tutta l’animalità dell’uomo.
Il vero punto critico, come in molti Paesi dell’America centrale, è l’educazione, l’arma che può permettere al Paese di risollevarsi.
La parrocchia affidata ai salesiani svolge numerose attività: pastorale della donna, con accompagnamento psicologico e formazione professionale, supporto ai migranti, lavoro ospedaliero in una clinica, distribuzione dei pasti ai parenti che accompagnano i pazienti in ospedale, attività di fluorizzazione per l’igiene dentale nelle scuole, distribuzione di filtri per l’acqua potabile, mense per bambini, oratorio (che si traduce soprattutto in scuola) e tanto altro.
Tutto questo sarebbe impossibile senza il lavoro instancabile di tanti laici, che vivono un senso di comunità veramente forte e ammirevole, ricordando che in Guatemala tutto ciò che dovrebbe essere fatto da uno Stato, è la parrocchia a farlo.
Ci salutiamo così, il prossimo appuntamento è sabato prossimo, 24 Ottobre, ore 16 al Sacro Cuore, a Roma, in via Marsala 42 (vicino la stazione Termini).
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
Marco Fulgaro 3661354944
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sito http://donbosco.it/Objects/Pagina.asp?ID=12&T=animazione%20missionaria
Altre informazioni sulla missione in Guatemala: http://missionepeten.altervista.org/