Al via il secondo step (della durata di un anno) di “In volo – Vivere Oltre gli Ostacoli”, progetto finanziato dalla Regione Lazio e rivolto a giovani tra gli 11 e i 21, italiani e stranieri che provengono da contesti di marginalità sociale. Realizzato in collaborazione con l’associazione Rimettere le Ali e con il Centro Nazionale Opere Salesiane – Formazione Aggiornamento Professionale (CNOS – FAP), il progetto ha come obiettivo quello di promuovere la crescita personale, relazione e sociale dei ragazzi attraverso la realizzazione di percorsi educativi, formativi e si sostegno alla persona.
Il Borgo Ragazzi don Bosco, così, diventa luogo di promozione ed inclusione sociale. Non a caso, il luogo di attuazione del progetto è proprio il Borgo don Bosco, ente collocato al crocevia di alcuni quartieri del quadrante est di Roma, particolarmente complessi dal punto di vista sociale. Nello specifico, il progetto vuole creare condizioni tali che i ragazzi possono usufruire di conoscenze e strumenti che permettano di contrastare le loro situazioni di “svantaggio sociale” diventando protagonisti attivi della loro vita e delle loro scelte e concedendosi nuove opportunità rispetto a quelle che presentano al momento dell’arrivo al Borgo.
In continuità con le precedenti progettualità e proposte educative, “In volo” prevede, oltre all’allestimento di percorsi educativi e formativi per il recupero della licenza media, anche percorsi di alfabetizzazione, laboratori per l’avvio al lavoro, attività di socializzazione e valorizzazione degli interventi effettuati a favore dell’inserimento lavorativo dei ragazzi.
Non solo un accompagnamento quindi, ma anche l’acquisizione di un metodo per ricercare lavoro: dall’imparare a come si scrive un curriculum all’acquisizione di nuove conoscenze e competenze maturate in contesti formali e non formali, lavorativi e non.
Malgrado sembrino azioni molto semplici, emerge forte il bisogno di minori e giovani di imparare a riconoscere che ogni esperienza vissuta porta con sé un bagaglio di sapere e di saper fare su cui possono contare per affrontare nuove esperienze. Ma anche un saper essere e un sapere perché che aiutino il ragazzo ad affrontare le sfide della vita. In sostanza, si tratta di guidare i ragazzi ad imparare un metodo che li porti a verificare gli obiettivi che si erano prefissati e a valutare le azioni attuate per raggiungerle.
Rifacendosi a quanto diceva don Bosco ovvero che “il segreto dell’educazione risiede nella bontà e nella presenza costante ma discreta dell’educatore” e tenendo conto del fatto che ogni ragazzo ha la sua personale storia, ogni percorso sarà destrutturato ovvero un percorso con obiettivi specifici, raggiungibili in base alle risorse possedute dal singolo ragazzo, attraverso un lavoro one to one. Questo approccio permette non solo di valorizzare le risorse del ragazzo ma anche la possibilità di porre l’attenzione sulle difficoltà personali per individuare una strategia che permetta di affrontarle e superarle. Don Bosco la chiamava “pedagogia del sarto” ovvero un metodo che porta l’educatore a confezionare un “abito su misura” per il ragazzo ovvero un percorso con obiettivi progressivi e diversificati, sostenibili e raggiungibile dai singoli ragazzi e che riguarderanno non solo contenuti formativi e lavorativi ma anche quelli relativi alla persona e alle proprie relazioni come ad es. rispettare gli orari, gli impegni, i compagni, ecc …
Il tutto viene svolto in un clima familiare ed accogliente, perché sono in questo modo il ragazzo trova lo spazio e il tempo per elaborare le proprie esperienze e i propri vissuti fino a saper esprimere sé stesso nella sua totalità.