LE NOSTRE ORIGINI

Il Borgo Ragazzi don Bosco affonda le sue origini nella attività di accoglienza dei ragazzi più fragili che i salesiani, a Roma, intrapresero a partire dal 1945, anno in cui termina il secondo conflitto mondiale e l’Italia si ritrova in una situazione di notevole degrado economico e sociale.

Erano molti i bambini ed i giovani che all’epoca si erano ritrovati soli: chi abbandonato e chi figlio di una famiglia troppo numerosa per poter badare ai figli ormai autonomi. Inizialmente, i primi ragazzi di strada, gli “sciuscià”, furono accolti vicino alla Stazione Termini, in via Marsala.

Ben presto, però, lo spazio divenne insufficiente e si rese necessaria la ricerca di un luogo più capiente.

IL LAVORO DEI SALESIANI

A due passi dal quartiere Quarticciolo, sulla via Prenestina, sorgeva una distesa di capannoni, luogo ideale per costruire la nuova casa dei ragazzi accolti. Così, il 20 marzo 1947, si diede il via ufficiale ai lavori. L’opera venne terminata esattamente l’anno seguente, il 22 marzo 1948.

Da quel giorno i Salesiani cominciarono allora un lavoro paziente e faticoso: 150 ragazzi interni, 200 semiconvittori, 500 esterni. Un piccolo esercito bisognoso di tutto: cibo, vestiti, libri, giocattoli, attrezzi di lavoro, educazione morale e religiosa.

Qui i ragazzi trovarono una casa, una chiesa, campi di pallone, scuole e soprattutto luoghi dove creare relazioni significative. Contemporaneamente, partì l’attività della formazione professionale che continua oggi, anche se mutata nei settori, con il Centro di Formazione Professionale.

IL BORGO OGGI

Sebbene il contesto sociale e culturale sia profondamente cambiato rispetto agli anni del dopoguerra, ancora oggi, persistono situazioni di disagio e precarietà che colpiscono soprattutto i giovani che risiedono nel quadrante est della Capitale.

È per questo che i Salesiani hanno deciso di rilanciare la vocazione originaria del Borgo rinnovando i propri servizi: la Parrocchia è stata inglobata dalla vicina Sant’Ireneo (2006), le scuole secondarie hanno lasciato il posto al potenziamento del Centro di Formazione Professionale ed è stata creata un’area ad hoc “Rimettere le Ali”, che offre servizi ai ragazzi che si trovano in situazione di disagio ed emarginazione sociale; l’Oratorio – Centro Giovanile ha ampliato la sua offerta ludico – sportiva e formativa.

Oggi, come allora, si creano relazioni significative che promuovono la vita dei ragazzi in difficoltà e di coloro che hanno bisogno di una cura particolare e che non trovano, altrove, risposte adeguate.