Sabato 7 Marzo abbiamo vissuto l’ultimo incontro della scuola di mondialità e missione di quest’anno per la zona del Lazio e dell’Umbria.

Come relatore è venuto un ospite di eccezione: Vincenzo Cenname, sindaco di Camigliano, un comune di quasi 2000 abitanti in provincia di Caserta.
Vincenzo ha esordito contestualizzando il proprio territorio, che si trova in prossimità di tre vulcani; le colate laviche nel tempo hanno reso il terreno molto fertile.
Infatti Annibale attaccò i Romani a Capua, e non a Roma, per impossessarsi dei viveri e levarli ai nemici.
Ci troviamo nella cosiddetta “terra dei fuochi”, nome che nasce dai frequenti roghi notturni di rifiuti, denunciati negli ultimi anni da diverse associazioni, stanche di questo fenomeno. È importante sottolineare che quando parliamo di rifiuti, i rifiuti solidi urbani hanno un peso molto minore rispetto ai rifiuti industriali, per ogni kg dei primi si producono 4 kg dei secondi. La “terra dei fuochi” è stata così un volano per spostare l’attenzione sul vero problema: i rifiuti industriali interrati da molto tempo. Questi rifiuti molto spesso provengono dal Nord Italia e sono diretti ad un territorio fertile non solo dal punto di vista agronomico, ma anche per quanto riguarda la corruzione, in particolare rispetto alla malavita organizzata. I motivi non sono difficili da capire, le radici del problema solo nell’evasione fiscale e nel lavoro sommerso (“come smaltisco gli scarti di un prodotto che non ho fatturato?”).
Il tutto ha provocato un incremento delle malattie nella zona e una notevole flessione nell’economia dei prodotti locali. Ecologia e economia vanno di pari passo, come Vincenzo Cenname ha ripetuto più volte durante l’incontro. La politica ha una responsabilità pesante, in particolare si può riscontrare come le normative nazionali rendano poco vantaggioso il recupero dei materiali. L’uso sempre più ricorrente agli inceneritori, sovvenzionati dallo Stato, danneggia sicuramente l’ambiente ed è antieconomico, infatti impianti di separazione dei materiali di scarto avrebbero meno spese e contemporaneamente creerebbero maggior occupazione. Bisogna ingegnarsi, ad esempio nel Nord Europa è diffuso il recupero dei materiali grazie ad incentivi alla popolazione, come riportare le bottiglie vuote al supermercato in cambio di soldi (così i soldi che vengono pagati all’acquisto per la spesa del materiale vengono recuperati).
L’esperienza di Camigliano ci insegna come questi discorsi si possano poi concretizzare: dal 2004 nel comune è attiva la raccolta differenziata porta a porta, nel centro del paese è stata installata una cassetta dell’acqua che rifornisce di acqua potabile liscia o frizzante, la popolazione riducendo gli scarti delle bottiglie di plastica e, soprattutto, si è insistito molto sulla sensibilizzazione, educazione e partecipazione di tutti. I bambini sono stati coinvolti con l’inserimento degli “ecoeuro” rilasciati in cambio della consegna di rifiuti e scarti, che possono essere poi usati dai bambini nelle cartolibrerie. Tutto ciò è stato realizzato con le risorse di un piccolissimo comune. Camigliano, grazie soprattutto all’impegno di Vincenzo Cenname, fa parte dell’associazione dei comuni virtuosi ed è un esempio per tante amministrazioni, in particolare è riuscito a contaminare positivamente tutti i comuni vicini. La partecipazione attiva dei cittadini è fondamentale, in questo senso alcuni fondi sono stati impiegati in un bilancio partecipato, dove i cittadini hanno votato le idee migliori di destinazione.

Con alcuni fondi europei si sta iniziando il progetto di formare un caffè letterario gestito dai giovani, dove si possa fornire qualcosa di culturale e non le solite slot-machines o videogiochi che allontanano dalla socializzazione. (maggiori info: http://www.comunedicamigliano.it/portale/)
L’invito a tutti i partecipanti all’incontro è stato quello di incidere nel proprio territorio, non solo criticando dall’esterno ma essendo disposti a mettersi in gioco, anche a livello amministrativo, perché “per cambiare i territori, bisogna occuparsi di essi”.
Dopo questa bellissima testimonianza, l’incontro è proseguito con una verifica finale della scuola, non solo dal punto di vista organizzativo e contenutistico, ma anche dal punto di vista umano per capire se veramente ha smosso qualcosa nei partecipanti. Dopo una condivisione, abbiamo trascorso una serata di fraternità con cena insieme e gioco a squadre conclusivo.
La serata è terminata con un momento di preghiera nella cappellina dove si dice che don Bosco abbia scritto la “lettera da Roma”, pietra miliare per la formazione di ogni buon animatore ed educatore salesiano.
Un grazie a tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione di questa scuola e a tutti i partecipanti, con la speranza che qualcosa veramente sia cambiato in ciascuno di noi dopo questo bellissimo viaggio iniziato ad Ottobre.

Marco Fulgaro

CI RIVEDIAMO VENERDÌ 10APRILE AD ASSISI DOVE VIVREMO UN WEEK-END ALL’INSEGNA DELLA SPIRITUALITÀ MISSIONARIA SALESIANA, A BREVE MAGGIORI DETTAGLI

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