“Ricordatevi che l’educazione è cose del cuore”, così scriveva don Bosco nelle sue lettere, e questo è rimasto uno dei punti fermi del lavoro dei salesiani in tutto il mondo. Come dimostra l’esperienza della scuola di Rod El Farag, istituto tecnico e professionale a Il Cairo, dove ogni giorno circa 700 studenti si danno da fare per guadagnarsi il futuro.
A Rod El Farag non mancano i problemi, ma neanche le soddisfazioni, in un’opera che mira alla formazione integrale dei ragazzi. Le fatiche di molte famiglie riguardano in primis la condizione economica, che molte volte non permette di avere soldi a sufficienza per l’iscrizione alla scuola e il mantenimento degli studi, in un contesto culturale dove è molto diffuso e accettato il lavoro minorile, una situazione tutto sommato non lontanissima da quella vissuta dal giovane don Bosco all’inizio della sua opera. Vogliamo ricordare come quest’ultimo si affidasse alla Provvidenza, che non ha fatto mai mancare nulla ai suoi ragazzi; questo non vuol dire starsene seduti aspettando che succeda qualcosa, ma adoperarsi in tutti i modi possibili senza mai perdere la speranza.
A Rod El Farag la Provvidenza ha il nome di tanti benefattori che finanziano le attività dell’istituto e permettono a tanti studenti di inseguire i propri sogni, insieme ad alcune associazioni e organizzazioni che consentono l’erogazione di borse di studio. Gli studenti devono tenere una buona condotta, rispettando la puntualità e il comportamento, il che li abitua per un futuro posto di lavoro, e dei voti alti, premiando il merito. Alcuni accordi particolari sono stati stipulati per ragazzi provenienti dall’Alto Egitto, zona molto povera nel Sud del Paese, per l’accesso ai corsi scolastici. Altre borse di studio, erogate anche a ragazzi immigrati da Siria, Etiopia e Sudan, permettono ad alcuni studenti di guadagnare qualche soldo iniziando a praticare un mestiere. Tanta è la fiducia nella famiglia di don Bosco che gli studenti di Rod El Farag vorrebbero proseguire gli studi in Italia, ma non tutti ci riescono. L’ambasciata egiziana chiede una garanzia mensile molto alta alle famiglie per poter lasciare il Paese e intraprendere gli studi universitari in Italia e molti non se lo possono permettere.
Le istituzioni riconoscono il buon lavoro e lo stesso Stato egiziano manda collaboratori per fare esperienza come studenti nell’istituto di Rod El Farag per integrare al titolo d’insegnante un’esperienza pratica di qualità, data la mancanza o lo scarso utilizzo di macchinari nelle altre scuole cairote, mettendo a disposizione le attrezzature e i computer con cui applicare i procedimenti teorici. Le società vengono a cercare i ragazzi che terminano l’IPI, rispettando il buon lavoro lì svolto e apprezzando la professionalità acquisita grazie alla pratica, facendo domanda per assumere e mostrando interesse per gli ex-allievi salesiani. Suez Siemens è una delle aziende, nel campo del cemento, più attive nella ricerca di giovani lavoratori, come anche l’Iveco, nel settore autoveicoli, mentre alcune aziende nel campo medico cercano lavoratori nella parte meccanica ed elettrotecnica.
Ultimo riconoscimento, in termini temporali, per la scuola è stato il premio vinto da un allievo che ha partecipato a una gara studentesca tra varie scuole egiziane riservata agli studenti più brillanti…
il lavoro sodo ripaga sempre, l’importante è che “il bene sia fatto bene”.
Marco Fulgaro